Come (e perché) le quindicenni giapponesi decidono di diventare geishe...





Un servizio della Cnn sulla preparazione delle giovani 'maiko' per entrare nel complesso mondo delle geishe moderne



Si chiamano maiko e sono le future geishe: giovani donne che sognano di imparare l’antica arte giapponese, ricca di una tradizione di oltre 300 anni. Hanno tra i 15 e i 20 anni e sono pronte ad affrontare per 5 anni regole ferree e duri allenamenti pur di diventare a pieno titolo delle geishe.
Alcuni momenti intimi della loro lunga preparazione nel quartiere di Gion a Kyoto sono stati ‘rubati’ dal fotografo francese Philippe Marinig che - come si legge sulla Cnn - è riuscito a poco a poco ad entrare nel complicato ed enigmatico mondo delle geishe moderne. Il suo lavoro ‘Momenti segreti delle maiko: la grazia, la bellezza e il mistero delle aspiranti geishe” è composto da 80 scatti che mostrano le varie tappe della formazione.

Da maiko a geisha

Non c’è un’età precisa per diventare geisha, ma una ragazza in genere decide di essere una maiko intorno ai 15 anni. Da quel momento inizia un apprendistato 5 anni, durante i quali queste giovani donne devono, oltre che frequentare come tutti gli adolescenti una scuola superiore, imparare in modo impeccabile l’esecuzione delle danze tradizionali giapponesi, saper suonare lo shamisen e saper parlare il kyō-kotoba, il dialetto di Kyoto. Anche l’abbigliamento non può essere lasciato al caso e una maiko deve anche essere in grado di vestirsi, truccarsi e acconciare i capelli secondo le regole della tradizione. Nell’acconciatura, chiamata nihongami, devono essere inseriti tra i capelli il kanzashi e dei fiori di stagione. Le acconciature cambiano a seconda degli anni di esperienza. Il trucco è pesante e copre tutto il viso, il collo, il petto e la nuca. Vengono lasciate libere solo due linee sul retro del collo, zona ritenuta sensuale nella cultura giapponese. Le sopracciglia sono dipinte di rosso, così come le labbra, in modo da far risaltare queste due parti rispetto al bianco del viso. Come per i capelli, il trucco diventa più leggero man man che l’esperienza della maiko aumenta. Di solito anche gli abiti sono più stravaganti di quelli di una geisha matura.

Come distinguere una geisha da una maiko: ecco le 3 principali differenze

Ad uno sguardo poco attento le geishe potrebbero sembrare tutte uguali, invece delle piccole e a volte impercettibile differenze le distinguono dalle ragazze più giovani che ancora stanno imparando il mestiere. Ecco quali sono:
  1. Le maiko hanno delle decorazioni di fiori sui capelli, le geishe no.
  2. La cintura del kimono, chiamata obi, nelle maiko è lasciata cadere fino quasi a toccare il suolo. Le geishe invece ce l’hanno piegata sulla schiena in una forma quadrata.
  3. Le maiko indossano gli okobo, i sandali tradizionali giapponesi (infradito) con sotto una base abbastanza alta di legno, mentre le geishe usano le infradito piatte chiamate zori.

Kyoto, antica culla delle geishe

Kyoto, l’ex capitale imperiale ( (794-1869), è considerata la città dove è nata la cultura e la tradizione delle geishe. Ancora oggi il quartiere o distretto di Gion, in giapponese hanamachi, è quello più rappresentativo di questa arte. Qui si possono trovare due grandi comunità di geishe: Gion Higashi e Gion Kobu. Sempre in questo parte della città non sarà difficile vedere una maiko che all’ora del tè , le 5 o le 6 del pomeriggio, si sposta dalla okiya (la casa dove alloggia) per andare in una ochaya (casa del tè). La Ichiriki Chaya, lungo la strada di Hanamikad, è la più famosa di Kyoto. Nelle case del tè si può accedere solo se invitati.

“La fotografia una scusa per far parte del loro mondo”

Il progetto di Philippe Marinig è durato 4 anni e ci sono voluti 10 viaggi in Giappone per portarlo a compimento. E’ servito molto tempo per poter conquistare la fiducia della comunità delle geishe di Kyoto. "Sono un uomo che ama le sfide - ha confidato alla Cnn - e sono riuscito a conquistare la loro fiducia con costanza e pazienza, tornando e tornando a Kyoto più volte. Non si trattava solo di un lavoro fotografico, forse ho usato proprio la fotografia come scusa per poter far parte, anche solo per un momento, del loro mondo”. In uno degli scatti di Maring c’è il volto di una maiko che timidamente guarda verso al macchina fotografica mentre si prepara per una performance, e in un‘altra un gruppo di ragazze chiacchierano allegramente in un taxi mentre stanno andando ad incontrare dei clienti. Il fotografo ha scelto di concentrarsi sui momenti più naturali della vita delle maiko. “Sembrano essere sempre su un palcoscenico, dice Philippe, anche quando le incontri per strada. Il mio obiettivo è stato quello di fare degli scatti che mostrassero l’aspetto più vero e autentici di queste ragazze”...
(AGI)

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