Hamza, il ragazzo che vuole essere un vero Bin Laden...






di Lorenzo Forlani


Il suo è un cognome pesante, il più pesante in assoluto nella galassia della militanza jihadista, prima che comparisse l'Isis: è Hamza Bin Laden, 25 anni, figlio di Osama, ex leader di Al Qaeda, il movimento terroristico che oggi appare in parte marginalizzato dall'avvento dei miliziani fedeli ad Al Baghdadi. 

Al Qaeda vuole recuperare terreno sull'Isis

La notizia è che, dieci giorni prima dell'attentato di Manchester della scorsa settimana, Al Qaeda avea reso pubblico un file audio in cui il figlio dell'ideatore degli attentati dell'11 settembre incitava ad azioni terroristiche contro "ebrei" e "crociati" (cristiani). "Siate bravi nella scelta dei vostri obiettivi, in modo da arrecare un danno maggiore al nemico", si sente nei dieci minuti di messaggio, diffuso in arabo e in inglese.
Quello di Hamza Bin Laden sembra un tentativo di appropriazione indebita, dato che l'attentato di Manchester è stato rivendicato dall'Isis, con il fine forse di risollevare al Qaeda dal relativo declino che il gruppo vive, a vantaggio dello Stato Islamico. È peraltro di pochi giorni fa la notizia dello scioglimento di Ansar al Sharia, il più importante gruppo qaedista del Nordafrica.
 Hamza bin Laden in un filmato di Al-Jazeera
"Dalla prospettiva di Al Qaeda, Hamza sembra che stia uscendo allo scoperto per assumere le redini del gruppo", commenta Bruce Hoffman, esperto di terrorismo alla Georgetown University. Ma molti dubitano della capacità di Bin Laden jr. di assumere un tale ruolo. "Hamza porta un nome pesante e si serve dello slogan che lo associa direttamente al padre, ma la cosa pare limitarsi a questo. Può essere solo una sorta di prestanome, a fronte della presenza di altri leader militari del gruppo, che hanno connessioni e capacità maggiori", spiega lo studioso Adrian Levy.

Chi sono i veri eredi di Osama

Sembra infatti che all'interno di Al Qaeda il potere decisionale sia sempre più ad appannaggio di due figure: Abu Mohammad Al Golani, che guida gli affiliati in Siria, e Saif al Adel, 55 anni, veterano della prima generazione di jihadisti, condannato per aver avuto un ruolo centrale negli attentati del 1998 alle ambasciate americane in Africa orientale.
Al Adel, arrestato in Iran nel 2002 e detenuto fino allo scorso anno, è stato descritto da un funzionario occidentale sotto anonimato come "uno dei più capaci e pericolosi estremisti attivi oggi". Al Golani, che nel tempo è divenuto uno dei principali protagonisti militari del conflitto siriano, ha rilasciato solo alcune dichiarazioni da quando è attivo. Quarantatrè anni, Al Golani si è speso molto per cercare di raccogliere consenso attorno alla sua organizzazione, recentemente rinominata "Tahrir al Sham" e formalmente separatasi da Al Qaeda.
 Osama e Hamza bin Laden

Il 'marketing' del terrore

Sia Al Adel che al Golani sono impegnati nel tentativo di rafforzare la presenza di Al Qaeda in Siria, con l'obiettivo di riprendersi dall'Isis la leadership del jihadismo globale. Mentre l'Isis si espande nel Levante e attrae reclute per gli attentati in Occidente, al Qaeda negli ultimi tempi ha provato ad espandersi in Africa e in Yemen. Entrambi i gruppi, tuttavia, affermano di essere gli eredi del pensiero strategico di Osama bin Laden. E questo aspetto, ovviamente, rende Hamza Bin Laden - ultimo dei 15 figli di Osama - uno potente strumento di "marketing" nelle mani di Al Qaeda stessa.
Hamza bin Laden è cresciuto in Sudan e in Afghanistan, dove suo padre aveva stabilito la sua presenza tra il 1991 e il 2002. Quando era un adolescente, il suo viso è apparso più volte nei video di propaganda qaedisti. Avrebbe avuto una relazione molto stretta col padre, anche se non esistono al momento elementi che facciano pensare che potesse assumere la leadership del movimento. Nessuna decisione era stata presa sulla successione, prima che Osama Bin Laden fosse ucciso nel maggio 2011 dalle Forze speciali statunitensi ad Abbottabad, in Pakistan. Da quel giorno, la leadership formale del gruppo era stata assunta dall'egiziano Ayman al Zawahiri...

(AGI)

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