Ad Avola la mafia chiama al voto gli "amici" via Facebook...




Un post del figlio del Boss Michele Crapula che promuove un candidato: gli amici non ci voltino le spalle, altrimenti le volto io...

                                                  Ad Avola il figlio di un boss promuove tra gli 'amici' un candidato



Avola, Sicilia, centro di grande importanza economica, grande mercato dell'ortofrutta, città entrata nella sfera delle attenzioni di Cosa Nostra. E qui, alla vigilia del voto la mafia si è fatta sentire. E si fa sentire ad urne aperte. Avola - dicevamo - ha vissuto una campagna elettorale infuocata: lo scorso 27 maggio è stata bruciata l’auto del candidato al consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle Rosario Zaffarana, attentato ripreso ripreso da una telecamera di video sorveglianza. Poi, il 5 giugno un falso allarme bomba, per un pacco sospetto lasciato davanti un uffici comunale adiacente una Scuola lementare, ha portato all’immediata evacuazione dell’istituto scolastico Collodi. Il pacco, che volutamente aveva le sembianze di un ordigno, era indirizzato ad un dipendente comunale e il messaggio era inequivocabile: “Piero si un muottu ca camina”, sei un morto che cammina. A scatenare le polemiche adesso ad Avola - come riporta Il Mattino di Sicilia - + il post condiviso dal figlio del Boss Michele Crapula che, promuovendo la foto di un candidato, ha scritto: “Spero che tutti quelli che si reputano “Amici” non ci voltino le spalle perchè poi quando avete di bisogno ve li volto io e io le spalle ce l’ho belle larghe che mi sembrano il muro di Berlino”.
Il post del figlio del Boss, in regime di 41 bis, è stato catturato e inviato al senatore del Movimento 5 Stelle Mario Giarrusso che lo ha divulgato sul social Network accompagnandolo con un commento: «La campagna elettorale ad Avola dei parenti del capomafia Crapula rinchiuso al 41bis. La tracotanza delle cosche di Avola non ha limiti. Chiediamo l’immediato intervento della Prefettura e del Ministero dell’interno per garantire la serenità e la sicurezza dei cittadini elettori e per impedire alle cosche di mettere le mani sul comune. Il candidato sindaco collegato a questa lista prenda le distanze da questo candidato e da questa lista e la faccia ritirare. Oppure si ritiri. Subito. Adesso.O dovremo considerarlo complice». La famiglia del boss Michele Crapula, oltre ad essere nota per l’attività criminale, è salita alla ribalta per aver chiesto il diritto di replica ad un istituto scolastico dopo una iniziativa sull’antimafia. In quell’occasione, siamo in primavera 2017, dopo gli interventi di Libera, del giornalista ragusano dell’Agi Paolo Borrometi e di molti altri, i famigliari di Crapula chiesero una sorta di “par condicio fra mafia ed antimafia”. 
Con una lettera alla Scuola, infatti, i familiari del boss Michele Crapula chiesero, oltre alla consegna del video con tutti i partecipanti (nel quale sono chiari i volti dei ragazzi, n.b.), l’organizzazione di una conferenza alla quale potessero partecipare gli stessi congiunti del capomafia, per esercitare il “diritto di replica” e spiegare, magari, le ragioni per cui “il loro caro” delinque...

(Globalist)

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