Isis, guerra alla fede in Cristo, strage delle palme...




Terroristi suicidi a Tanta e Alessandria, in Egitto contro i cristiani copti. Oltre 45 morti. Si salva il Patriarca Teodoro II che il 28, 29 aprile accoglierà il Papa al Cairo, visita confermata ieri dal Vaticano. Tre giorni di lutto nel Paese e 3 mesi di stato di emergenza, proclama il presidente Al Sisi.



La domenica delle palme, vigilia liturgica del martirio di Cristo prima della Pasqua di resurrezione. Ed è martirio della fede per decine di cristiani egiziani i cui corpi vengono dilaniati nelle chiese colpite dall’odio predicato dal Califfato in nome del Dio che bestemmiano.
La prima esplosione intorno alle 10, «Una esplosione fortissima. Il fuoco e il fumo hanno riempito le navate, a terra gridavano feriti molto gravi. Sangue dappertutto». Il racconto di testimoni a Francesco Battistini, inviato al Cairo. ‘I tg non fanno in tempo all’edizione straordinaria sui 29 morti e l’ottantina di feriti dal Delta del Nilo -la cronaca sul Corriere della sera- ed ecco il secondo suicida ad Alessandria’.
‘Punta al bersaglio grosso, stavolta: Tawadros, Teodoro II, il centodiciottesimo patriarca di tutti i Copti d’Egitto, che per l’ultima domenica di quaresima sta celebrando in San Marco. L’uomo che il 28 e 29, accoglierà Bergoglio al Cairo’.
Un video di sorveglianza mostra l’attentatore suicida mentre s’avvicina al controllo, perché in terra d’Egitto, in chiesa si entra passando attraverso il metal detector, come negli aeroporti. Quando passa sotto la macchina del controllo elettronico si fa esplodere, portando con sé tre agenti e 14 cristiani, 78 i feriti. “Il colpo è forte, dentro la chiesa papa Teodoro s’interrompe, le guardie prendono il prelato e lo trascinano di corsa nella canonica”, sempre Battistini.
Rivendicazione e reazioni
«Due nostri gruppi hanno colpito gli infedeli», fa sapere l’Isis attraverso l’agenzia Amaq. Al Sisi proclama tre giorni di lutto e tre mesi di stato di emergenza, rimuove i capi della polizia locale,e schiera i corpi speciali in tutte le grandi città.
Il ricordo di Battistini: ‘L’ultima volta l’aveva fatto per i cinque anni di piazza Tahrir e fu un incubo: i giorni dell’uccisione di Giulio Regeni’.
La gravità anche simbolica dell’attacco, spinge ad esprimere la loro condanna gran parte dei Paesi arabi, anche di quelli più chiusi. Lo sceicco dell’università Al Azhar, Mohammed al Tayyib, il grande imam sunnita che ha invitato Bergoglio al Cairo, punta il dito sull’Islam deviato che uccide gli innocenti. «Sono sicuro che Al Sisi saprà affrontare la situazione», Twitta Trump, ma il mondo trema, ora che la guerra ha deciso di violare anche le soglie delle chiese.
I cristiani d’Egitto
L’Egitto ospita l’unica chiesa nazionale del Nord Africa, nove milioni di fedeli, il 10 per cento della popolazione, una delle comunità religiose più antiche del mondo. I cristiani egiziani vantano anche illustri cognomi, dal Boutros Ghali che fu segretario generale dell’Onu al miliardario Sawiris padrone di Orascom, ma rispetto all’integralismo dei fanatici del Califfo, sono sempre stati troppo vicini al potere, dal tempo di Mubarak ad Al Sisi oggi.
Pasqua di sangue e Pasqua seminascosta, in quella terra lacerata. Non suonare le campane e il prossimo venerdì santo, per non turbare i muezzin e le funzioni non coincidano con la preghiera musulmana. Niente fiori o immaginette, e pure i manifesti per l’arrivo di Francesco rigorosamente dentro le chiese.
«Questa è la terra dell’Esodo e dei Profeti, dell’Alleanza e dei Dieci comandamenti. Noi cristiani non possiamo andarcene», ricorda Padre Kuzman tra i ruderi della chiesa dedicata ai Martiri della Sirte, i venticinque copti sgozzati in un terribile video che per primo minacciò la marcia Isis su Roma.

Gli eredi dei faraoni

I copti sono i cristiani egiziani nativi, gli eredi diretti dei faraoni, se vogliamo forzare un po’ la storia, e certamente del popolo di quell’epoca. Un importante gruppo etno-religioso nel paese. Il cristianesimo era la religione predominante nell’Egitto di epoca romana tra il IV e il VII secolo, fino alla conquista da parte dei musulmani. E il cristianesimo è rimasta la fede di una importante minoranza della popolazione fino ad oggi.
La loro lingua copta è la diretta discendente dell’ultima fase della lingua egizia: Solo con la conquista araba nel VII secolo e la conseguente islamizzazione dell’Egitto, il copto fu gradualmente sostituita dall’arabo ed è oggi una lingua estinta utilizzata solo nella liturgia.
I copti in Egitto sono la più grande comunità cristiana del Medioriente, e la più grande minoranza religiosa della regione, rappresentando circa il 15% della popolazione egiziana. La maggior parte dei copti aderisce alla Chiesa ortodossa copta; il resto del gruppo è spartito tra la Chiesa cattolica copta e varie confessioni cristiane protestanti...

(RemoContro)

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