LA LETTERA DEL NONNO MIGRANTE DI TRUMP PER EVITARE L'ESPULSIONE DAL SUO PAESE...




Nel 1905 il nonno di Trump, Friedrich, scrisse una lettera alle autorità tedesche per implorarle di non espellerlo negli Stati Uniti, e di poter rimanere in Germania






Nonostante i suoi ultimi atti da presidente mirino a tenere lontani dagli Stati Uniti i cittadini di diversi paesi stranieri, va ricordato che Donald Trump è un discendente di immigrati, nello specifico tedeschi.

Come ha dimostrato una scoperta fatta dal quotidiano tedesco Bild, per ironia della sorte, il nonno di Trump, Friedrich, scrisse una lettera alle autorità tedesche proprio per implorarle di non espellerlo negli Stati Uniti, e di poter rimanere in Germania.
La lettera, scritta nel 1905, è rivolta al principe reggente Luitpold di Baviera, regnante al tempo in cui scriveva Friedrich Trump, nato nella città bavarese di Kallstadt nel 1869.
Emigrando negli Stati Uniti all'età di 16 anni, Trump aveva così evitato il servizio militare obbligatorio, e aveva poi fatto fortuna in terra americana, ritornando poi a Kallstadt nel 1901, ormai trentaduenne e già facoltoso. Lì conobbe sua moglie Elisabeth, e i due si sposarono l’anno successivo, tornando poco dopo a New York.
Elizabeth, tuttavia, aveva nostalgia di casa, e nel 1904 la famiglia tornò a Kallstadt. C’era però un imprevisto. Quando le autorità tedesche scoprirono che aveva evitato la leva da adolescente, gli revocarono la cittadinanza tedesca e gli fu ordinato di lasciare il paese, o sarebbe stato espulso con la forza.
Nel disperato tentativo di rimanere, Trump scrisse al monarca la seguente lettera, che oggi sembra avere echi ironici rispetto alle misure prese da suo nipote. Molti commentatori hanno suggerito che gli argomenti di Friedrich appaiono simili a quelli sollevati oggi da coloro che temono l'espulsione per ordine del presidente Trump.
L’appello contro l'espulsione fu respinto in tribunale, e l'ordine fu confermato. L'1 luglio 1905, la famiglia Trump lasciò la Germania per sempre, stabilendosi a New York.
Ecco la lettera ignorata:
“Serenissimo, potentissimo principe reggente! Reggente e Signore pieno di grazia!
Sono nato a Kallstadt il 14 marzo 1869. I miei genitori erano onesti, semplici, pii vignaioli. Essi mi hanno educato al bene - alla diligenza e alla pietà, alla regolare frequentazione delle scuole e alle funzioni di chiesa, all’obbedienza assoluta verso l'alta autorità.
Dopo la cresima, nel 1882, ho fatto da apprendista per diventare barbiere. Sono emigrato nel 1885, nel corso del mio sedicesimo anno. In America ho portato avanti la mia attività con diligenza, discrezione e prudenza. La benedizione di Dio era con me, e sono diventato ricco. Ho ottenuto la cittadinanza americana nel 1892. Nel 1902 ho incontrato la mia attuale moglie. Purtroppo, lei non tollera il clima di New York, e quindi sono tornato con la mia amata famiglia a Kallstadt.
La città era lieta di aver avuto un cittadino capace e produttivo. La mia vecchia madre era felice di rivedere suo figlio, la sua cara nuora, e sua nipote; lei sa ora che mi prenderò cura di lei nella sua vecchiaia.
Ma tutto all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ci è giunta la notizia che il Ministero aveva deciso che dovessimo lasciare la nostra residenza nel Regno di Baviera. Siamo rimasti paralizzati dalla paura; la nostra vita familiare felice è stata offuscata. Mia moglie è stata presa dall’angoscia, e la mia amata bambina si è ammalata.
Perché dovremmo essere espulsi? È qualcosa di molto, molto duro per una famiglia. Cosa penseranno i nostri concittadini se persone oneste si trovano ad affrontare un tale decreto - per non parlare delle grandi perdite materiali che incorrerebbero? Vorrei diventare di nuovo un cittadino bavarese.
In questa urgente situazione non posso fare altro che rivolgermi al nostro adorato, nobile, saggio e giusto signore, la nostra eminente Sua Altezza Reale, il più alto di tutti, che ha già asciugato tante lacrime, che ha governato in modo benefico e giusto e saggio e attento ed è calorosamente e profondamente amato, con l’umilissima richiesta che il più alto di tutti possa misericordiosamente degnarsi di consentirmi di rimanere nello splendido regno di Baviera...
(The Post Internazionale)

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