Trump, verso nuove sanzioni all'Iran...






L'Amministrazione Trump si prepara a imporre nuove sanzioni all'Iran per il presunto ruolo svolto nello sviluppo di missili e nel terrorismo. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali le sanzioni potrebbero essere annunciate già domani. Le sanzioni scatterebbero per un decina di entità iraniane per il loro ruolo nello sviluppo di missili e nel terrorismo, ''in una mossa - scrive il Wsj - che potrebbe far salire ulteriormente la tensione con Teheran'', malgrado l'esistenza del patto sul nucleare. Le entità sarebbero aziende, individui e organizzazioni militari. Le sanzioni seguirebbero l'avvertimento lanciato degli Stati Uniti all'Iran per il recente test balistico e il sostegno ai gruppi militanti in Siria, Yemen e Iraq.
La notizia arriva al termine di una giornata animata dalle sfuriate di Trump al telefono col presidente del Messico e col premier dell'Australia. Al messicano Enrique Pena Nieto il presidente Usa ha minacciato di inviare  truppe americane se il suo governo non fermerà quelli che ha definito i 'bad hombres'. E' quanto emerge da una trascrizione - ottenuta dalla Associated Press - della telefonata tra i due leader venerdi' scorso, all'indomani del decreto della Casa Bianca per la costruzione del muro tra gli Usa e il Messico. "Avete un sacco di 'bad hombres' (persone cattive) laggiù", avrebbe detto Trump, aggiungendo: "Non state facendo abbastanza per fermarli. Penso che i vostri soldati abbiano paura. I nostri no, potrei inviarli laggiu'". Dalla Casa Bianca nessun commento. Il ministero degli Esteri messicano ha smentito il contenuto della telefonata: "Assoluta falsità", Trump e Pena Nieto "sono giunti all'accordo di continuare a lavorare e che gli staff dei due paesi continueranno ad incontrarsi per giungere ad un'intesa positiva". 
 Trump ha 'anche strapazzato' al telefono l'alleato australiano Malcolm Turnbull, accusandolo di voler esportare negli Stati Uniti terroristi, come gli attentatori della maratona di Boston. Secondo il racconto fatto al Post da una fonte dell'amministrazione, Trump ha reagito alla posizione di Turnbull che ha chiesto alla Casa Bianca di rispettare l'accordo secondo cui gli Usa dovrebbero accogliere 1.250 rifugiati al momento nelle carceri australiane. "E' la peggiore intesa di sempre", avrebbe tagliato corto Trump, definendo la telefonata col premier australiano "di gran lunga la peggiore della giornata", e troncandola bruscamente dopo 25 minuti sui 60 previsti.
Potete crederci? L'amministrazione Obama si e' detta d'accordo nel prendere migliaia di immigrati illegali dall'Australia. Perche? Studiero' questa stupida intesa": cosi' Donald Trump su Twitter - prima della telefonata con il premier australiano - confermando la sua contrarieta' a mantenere gli impegni con l'alleato sui rifugiati.
Trump, i nostri alleati ci devono trattare bene - "Dobbiamo essere trattati in maniera giusta dai nostri alleati": lo ha detto Donald Trump durante un incontro alla Casa Bianca. "Rispetto l'Australia, ma abbiamo un problema", ha aggiunto Trump
Partito Erdogan, 'razzista e contro diritti umani' - L'ordine esecutivo del presidente americano Donald Trump, che congela l'ingresso negli Usa di rifugiati e cittadini da sette Paesi a maggioranza musulmana è "razzista" e "una grossa violazione dei diritti umani". Lo ha detto Yasin Aktay, vice leader dell'Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dicendosi inoltre "preoccupato per il futuro degli Usa". Duro anche il vicepremier di Ankara, Veysi Kaynak, che ha parlato di una "negazione della propria storia" da parte dell'America, che è stata "formata dagli immigrati".
   Turnbull ha detto che i rapporti tra Australia e Stati Uniti restano "molto forti", ma ha rifiutato di commentare l'eventuale interruzione brusca della telefonata. "E bene che queste cose, queste conversazioni, siano condotte in modo chiaro, franco e in privato", ha detto Turnbull ai giornalisti.
  
   Oratore di estrema destra a Berkeley, violente proteste - Violente proteste sono esplose nel campus dell'Universita' di Berkeley, in California, dove era previsto l'intervento di Milos Yiannopulos, personaggio dell'estrema destra che collabora con Breitbart, il website del consigliere strategico di Donald Trump, Steve Bannon. L'evento e' stato annullato, ma nonostante cio' sono proseguiti tafferugli tra studenti e polizia. Il campus e' stato messo in lockdown...
(ANSA)

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