Giulio Regeni, il giorno della trappola...




Il 25 gennaio sarà passato un anno esatto dal giorno della scomparsa di Giulio Regeni al Cairo.
Brandelli di verità. Giulio Regeni, il video dell’incontro con il sindacalista Abdallah che l’ha denunciato a qualche polizia politica o apparati di sicurezza. L’esca pronta a vendersi sperando in un Regeni spia che lo compri, filma l’incontro con una micro camera nascosta in un bottone della camicia. Ma Giulio non ci sta. E qualcuno decide di passare alle torture.
Il 25 gennaio sarà passato un anno esatto dal giorno della scomparsa di Giulio Regeni al Cairo.



Una trappola antica come il mondo. Un’esca che di dichiara pronta a vendersi, per vedere se c’è qualcuno che la vuole comprare. Giulio Regeni non vuole comprare nessuno ed allora la decisione di qualche struttura dello Stato a caccia di nemici catturarlo a torturarlo.
Mohammed Abdallah, agente provocatore
“Mia moglie ha il cancro e per me la cosa più importante è trovare soldi con ogni mezzo”.
E’ uno dei passaggi centrali del colloquio tra Giulio Regeni il capo del sindacato degli ambulanti egiziani che ha ammesso di aver denunciato il ricercatore italiano alla polizia politica del Cairo.
Le riprese, acquisite anche dagli inquirenti italiani, sono state trasmesse dalla tv di stato egiziana.
Un estratto di 4 minuti -il video originale dura complessivamente un’ora e 55 minuti che spiega come il capo dei sindacalisti dei venditori di strada spinga per usare a fini personali i soldi del progetto finanziato da Antipode, la fondazione inglese che offre un finanziamento di 10mila sterline per la promozione e lo sviluppo per le ricerche in campo sociale.
Giulio risponde imbarazzato, prende tempo, chiede informazioni sul progetto che Abdallah vorrebbe fosse finanziato e poi si mostra inflessibile alla proposta di destinare il denaro ad altri scopi.
Un atteggiamento che il ricercatore commenta nel suo diario come “un segno di miseria umana”. I servizi egiziani avrebbero ricevuto, ‘non richiesto’, il video girato su iniziativa di Abdallah, e qui la credibilità va a farsi benedire.
Il filmato è stato girato il 6 gennaio 2016 con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo nascosta in un bottone della camicia di Abdallah: per chi indaga in Italia è la conferma del coinvolgimento della polizia nella realizzazione del video.
Ma lasciamo il lavoro investigativo agli inquirenti.



Le ultime immagini di Giulio Regeni vivo

BRANO DI CONVERSAZIONE TRADOTTA DALL’ARABO
LA CUI DIFFUSIONE È STATA AUTORIZZATA DAI ROS
Regeni:
Tu sei convinto che io possiedo molta autorità. In verità io non ho alcuna autorità! il programma parte dalla Gran Bretagna. Io non conosco le persone operanti all’interno dell’istituto competente per i soldi! Che posso fare? Vuoi che gli scriva una mail dicendogli che ci servono i soldi subito perché fra due settimane c’è la ricorrenza del 25 gennaio?! (ultima frase detta ironicamente N.d.T.).
Abdallah:
Si può fare?
Regeni:
Ma certo che no.
Non ho nessuna autorità. Io sono solamente uno straniero in Egitto. Sono un ricercatore e mi interessa procedere nella mia ricerca – progetto. Io, Giulio, il mio interesse è questo. E mi interessa che voi come venditori ambulanti fruiate del denaro in modo ufficiale, come previsto dal progetto e dai britannici. Questo è l’importante per me.
Abdallah:
Ok.
Regeni:
Non ho altri interessi. E mi auguro che sia lo stesso obiettivo di quelli del Centro.

La trappola

Abdallah:
No … allora … Giulio … non riesci a capirmi! Questi soldi li useremo in progetti di affitto di spazi per bancarelle eccetera, oppure li useremo per progetti politici per promuovere la libertà …
Regeni:
Fare politica la vedo difficile in questo frangente!
Regeni:
Quello che voglio spiegare è che la cosa non è sicura al cento per cento, ma dobbiamo tentare e sperare. Se noi sul piatto abbiamo delle idee, magari proveniente, ad esempio, da te, allora, una volta ottenute le informazioni (relative alle eventuali idee e progetti N.d.T.) …
Abdallah:
Informazioni relative a cosa, tipo cosa? Così incomincio a reperirle.
Mi metto subito all’opera.
Giulio, ascolta. Noi ormai siamo amici, giusto? Io ho una situazione familiare disagiata. Mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l’importante che ne escano fuori dei soldi!
Regeni:
Senti, Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali. Si creerebbe un grande problema per i britannici!
Abdallah:
Ma non c’è una scappatoia per poter utilizzarli a fini personali?
Regeni:
Non so che dirti! Questi soldi provengono tramite me, ma dalla Gran Bretagna e dal Centro Egiziano. E da quest’ultimo ai venditori ambulanti. Non c’è altra via!
Abdallah:
Seconda cosa, mia figlia ha subito un intervento e necessita di essere sottoposta ad un ulteriore intervento e quindi mi trovo in condizioni di bisogno economico.
Regeni:
Mi dispiace, ma questa è un’altra questione. Io non so cosa dirti in relazione ai soldi! Soldi che, tra l’altro, potrebbero arrivare dopo marzo e non adesso. Non possiamo fruire di altri soldi prima dell’arrivo dei soldi dell’istituto britannico!..

(RemoContro)

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