Le crisi dimenticate oltre il cortile di casa...




Anche nel 2016 l’Africa si conferma il continente con il maggior numero di “guerre di seconda fascia”, definizione militare, o di seconda categoria per l’attenzione e le sensibilità nel mondo occidentale. In Asia si torna a parlare del Kashmir, mentre l’Ucraina è un rebus che nessuno -neppure chi lo ha provocato- sembra più in grado di risolvere



Le guerre in Siria e Iraq, la crisi libica, la minaccia del Califfato Islamico di Abu Bakr Al Baghdadi e il rischio di attentati terroristici in Occidente -elenca LookOut– sono stati gli argomenti che hanno altri centinaia i focolai di tensione in giro per il mondo.
Nella classifica delle crisi dimenticate, storicamente e da sempre è l’Africa e il genere il sud del mondo, salvo l’Ucraina che è crisi provocata da seconda Guerra Fredda.
Nigeria, dopo l’affiliazione allo Stato Islamico Boko Haram ha rilanciato la sfida al presidente Muhammadu Buhari. I jihadisti hanno perso terreno nel nord-est del Paese ma restano una spina nel fianco per Abuja.


Somalia. I qaedisti di Al Shabaab hanno invece ormai preso il sopravvento in un’ampia parte della Somalia e con attacchi e attentati tengono sotto scacco anche il vicino Kenya.
                                          Somali soldiers patrol a street market

Sud Sudan, il più giovane Stato del mondo, gli accordi di pace tra il presidente Salva Kiir e il suo rivale Riek Machar, rappresentanti delle due etnie maggioritarie del Paese, i Nuer e i Dinka, non hanno portato ancora a una risoluzione del conflitto civile.
Repubblica Democratica del Congo, il presidente Joseph Kabila non intende dimettersi nonostante la scadenza del suo mandato.
                                          Congolese policemen drive past a fire barricade

Gambia, il presidente uscente Yahya Jammeh non intende riconoscere di essere stato sconfitto alle ultime elezioni presidenziali da Adama Barrow.
Repubblica Centrafricana, lo scontro tra i musulmani seleka e i cristiani anti-balaka ha prodotto migliaia di vittime nel silenzio dei media.
Mali, un Paese insicuro nonostante il massiccio dispiegamento di forze militari della Francia negli ultimi anni.
Sahel è terra di conquista di gruppi jihadisti affiliati ad Al Qaeda o di terroristi che cambiano ideologie, alleanze e nemici in base agli interessi del momento
                                    Kashmir. A demonstrator hurls a stone towards the Indian police

Asia Centrale negli ultimi mesi si è tornato a parlare del conflitto del Kashmir dopo che, a fine settembre, si sono verificati scontri tra miliziani pakistani e le forze armate indiane intorno alla “Linea di Controllo”, confine non ufficiale e mai riconosciuto dalle parti che separa la parte indiana della regione da quella pakistana.
Nagorno-Karabakh, nella regione nel sud del Caucaso, da anni oggetto di contesa tra Armenia e Azerbaijan, sono ripresi gli scontri nell’aprile scorso, e da allora la tensione è rimasta alta.
Ucraina, gli interessi di Stati Uniti e Russia hanno posto sotto i riflettori internazionali la crisi nel primo anno della guerra civile iniziata nell’aprile del 2014. Oggi caduta di interesse politico nonostante il numero dei morti abbia ormai superato quota 10mila.
                                         A Ukrainian serviceman fires a 2S7 Pion self-propelled

(RemoContro)



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