Un 40enne marocchino ritrova un portafogli e percorre 40 chilometri a sue spese per restituirlo al proprietario...






Trova un portafogli e per restituirlo al proprietario percorre 40 chilometri a sue spese. La storia di Abdul, il 40enne marocchino che ha rintracciato l'imprenditore Carlo Merenda per riportargli il portafogli perso vicino alla sua bancarella, è stata resa nota da un post di gratitudine dell'imprenditore stesso. "Mi sono VERGOGNATO profondamente se in qualche momento ho avuto un pregiudizio, se ho GIUDICATO, se ho pensato male, se ho ritenuto lontanamente possibile che l'onestà potesse avere le sfumature di un colore. Il colore della pelle. Ovviamente ho saputo come ringraziare questa persona, ma il vero grazie lo devo per la lezione di vita che mi ha dato". Queste le parole di Merenda sul gesto di Abdul, che ha raccontato la vicenda in un'intervista a La Repubblica.



"Ho trovato a terra un portafogli e l’ho portato al suo proprietario, non capisco il motivo di tanto stupore: se una cosa non è tua devi restituirla. Non lo capisco ancora adesso, ho fatto ciò che dovrebbe fare chiunque. Mentre tornavo dal market e andavo verso la moschea, ho notato il portafogli a terra, l’ho aperto, ho visto che conteneva denaro, ho cercato la carta d’identità su cui era scritto l’indirizzo della persona che l’ha perso e ho deciso di restituirlo"
Il 40enne spiega di non avere esitato un attimo di fronte al ritrovamento.
«Perché avrei dovuto? La nostra religione è chiara: Dio dice che quando trovi qualcosa se sai di chi è devi restituirla, se non è di nessuno può diventare tua. Ho letto che l’uomo abitava a Maglie e sono andato a cercarlo, ho chiesto a qualche persona e poi sono arrivato al suo negozio, dove ho consegnato tutto a un commesso, che poi mi ha fatto parlare per telefono con il proprietario».
Abdul si è trasferito in Salento dal Marocco per fare il giardiniere dieci anni fa, poi ha fatto il cameriere per quattro anni ma l'anno scorso ha lasciato il posto per tornare in Marocco dalla madre che stava male. Poi è tornato in Italia, pensando di avere qualche possibilità in più per lavorare. Adesso non ha un posto fisso. L'uomo racconta di non sapere chi fosse l'imprenditore, il suo è stato un gesto spontaneo che non mirava ad alcuna ricompensa.
"Io non sapevo neanche chi fosse quell’uomo. Lui mi ha ringraziato tanto per telefono quando ha saputo che avevo trovato il portafogli e non avevo preso nulla, poi ha voluto incontrarmi e mi ha dato del denaro per la benzina che avevo consumato. Ha anche detto che mi aiuterà a trovare lavoro in una delle sue aziende, come operaio o magazziniere. Io so fare tante cose e la fatica non mi spaventa, se mi darà fiducia non lo deluderò. Quando lavoravo ho messo qualcosa da parte, con la vendita delle borsette riesco a guadagnare 25-50 euro al giorno, ogni tanto mi aiuta mia sorella, che vive anche lei a Lecce e fa la badante, intanto continuo a cercare lavoro, sono pronto a fare qualunque cosa. Chi mi conosce dice che e ho un cervello che impara in fretta.... Certo non starò senza far nulla, perché i 300 euro di affitto devo pagarli e l’ambulante non voglio farlo a vita: si guadagna poco, è un lavoro irregolare, spesso i vigili ci mandano via, sabato mi hanno persino fatto una multa"
Abdul sottolinea che il suo gesto non deve essere considerato qualcosa di eccezionale e rifiuta di essere chiamato "eroe".
"Non voglio essere considerato un eroe, non è proprio il caso. E poi io qui sto benissimo. Lecce è una città ospitale, non ho mai avuto problemi o percepito intolleranza. Anche negli ultimi anni, in cui si guarda ai musulmani con maggiore sospetto a causa del terrorismo, qui non è cambiato nulla e spero che non accada perché l’Islam vero non ha nulla a che fare con il terrorismo. Quelli sono dei pazzi, che non rispettano la nostra religione e stanno danneggiando tutte le persone normali come me che in Italia vogliono vivere in pace e onestamente"...

(L'Huffington Post)

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