L'Isis resiste a Mosul, in un mese liberati solo 5 quartieri su 80...






(askanews) - Come anticipato anche dall'esercito di Baghdad, la battaglia per la liberazione della capitale irachena dello Stato Islamico, Mosul, lanciata lo scorso 17 ottobre, si sta rivelando molto difficile, lenta e piena di insidie: dopo quasi un mese di combattimenti i governativi sono riusciti infatti a liberare appena 5 degli 80 quartieri del capoluogo e in due di questi si combatte ancora.
A sottolineare le difficoltà sono gli stessi comandanti dell'esercito iracheno che attribuiscono la lentezza delle operazioni ad "armi sofisticate" ed "autobomba" usate dagli uomini del Califfato nero e anche alla preoccupazione dei militari di salvaguardare le vite dei civili che vengono usati dai jihadisti come "scudi umani".
"Il nostro obbiettivo fondamentale nella guerra all'Isis è quello di proteggere i civili usati dai terroristi come scudi umani", afferma alla tv curda satellitare il generale Abdul Ghani al Assadi, capo delle forze d'elite dell'antiterrorismo.
Ma è l'Isis, attraverso il suo braccio mediatico al Amaq, che conferma la difficoltà dei governativi di avanzare nei 5 quartieri liberati: Kokichli, al Intisar e al Sheima, "completamente bonificati" e al Salam e al Qadissyah, dove "sono ancora in corso violenti combattimenti".
Nel video intitolato "La promessa di Allah", postato oggi dall'agenzia jihadista "Amaq", sono documentati i combattimenti ravvicinati nelle strade dei quartieri orientali di Mosul. Il filmato che dura 26 minuti illustra la fortissima resistenza opposta dagli uomini del Califfo Abu Bakr al Baghdadi a difesa della loro capitale irachena: si vedono tra l'altro decine di autobomba lanciate contro carri armati dell'esercito iracheno che, esplodendo, provocano morte e distruzione.
Riprese aeree realizzate con un drone mostrano inoltre numerosi mezzi blindati dei governativi centrati con precisione da modernissimi lanciarazzi a guida laser, portati a spalla dai jihadisti. Nel video, l'Isis fa il bilancio di quasi un mese di combattimenti, affermando di aver ucciso 2.200 soldati dell'esercito iracheno, distrutto 258 di mezzi blindati elencati per categoria, con conseguenti perdite "del nemico" stimate a 420 miliardi di dollari.
A confermare le difficoltà dei governativi è anche Ihssan al Qeissun, un analista militare iracheno: "L'Isis ricorre all'elemento sorpresa scegliendo il luogo e il tempo dell'attacco", afferma, spiegando come i jihadisti per muoversi "fanno massiccio uso di una complessa rete di tunnel che permette ai combattenti dell'organizzazione di spuntare dietro le linee dei reparti militari". Un altro elemento decisivo per le difese dell'Isis "è il ricorso a tappeto ad autobomba che vengono lanciate contro i mezzi blindati dell'esercito".
Al di là della propaganda è un dato di fatto che a dispetto 4mila bombe sganciate dagli aerei della coalizione internazionale a guida Usa e 45.000 uomini, tra soldati, forze curde e milizie sciite lanciatisi all'assalto a Mosul non si è riusciti ancora ad abbattere nè il morale nè le difese degli uomini di Abu Bakr al Baghdadi. Almeno così sembra dai video dell'Isis...

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