La lettera di Kaitlyn Evans, 12enne dislessica: "Mi hanno definito pigra e stupida. Salvate gli altri bambini da questi insulti"...







 Di Silvia Renda

A Kaitlyn piaceva andare a scuola. Attraverso i suoi occhi di bambina le appariva come un luogo felice e luminoso, dove giocare con gli amici e imparare. Col passare del tempo, però, la luce è iniziata a offuscarsi, perché mentre i compagni andavano avanti a lei sembrava di scontrarsi contro un muro. Lo studio le costava più fatica rispetto agli altri e le difficoltà nell'apprendimento finirono per dar motivo agli insegnanti di bollarla come "pigra e stupida". Ciò che i maestri, i genitori e i compagni non sapevano era che lo scarso rendimento di Kaitlyn non dipendeva da lei, ma dalla dislessia.
Prima che le venisse diagnosticato il disturbo dell'apprendimento per la dodicenne australiana gli anni scolastici sono stati anni difficili: di lotte e insicurezza, di insulti e lacrime. Il pensiero che altri bambini possano passare ciò che è toccato a lei, l'ha convinta a prendere in mano un pennarello rosso e scrivere una lettera aperta, per raccontare la sua storia e aumentare la consapevolezza sulla dislessia.
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“Quando ho iniziato la scuola era un luogo luminoso e felice, col passare del tempo ha smesso di esserlo, ogni cosa sembrava più difficile e non capivo il perché - scrive Kaitlyn - Mi è stato detto che ero pigra, stupida e non abbastanza brava e che, per questo motivo i miei genitori non mi amavano".
Ogni giorno Kaitlyn ascoltava gli insegnanti rivolgerle questi insulti e pian piano ha cominciato a convincersi della loro veridicità. Parlava di se stessa, descrivendosi con quegli appellativi, provando vergogna, mettendo più impegno e nonostante questo non riuscendo a brillare.
Il video nel quale legge la sua lettera fa parte di una campagna con lo scopo di aumentare la consapevolezza sui disturbi dell'apprendimento ed è stato postato online dall'account My Red Letter Dyslexia Awareness. Nel filmato Kaitlyn si rivolge al ministro dell'Istruzione e ai genitori, pregandoli di ascoltare le sue parole.
“Scrivo questa lettera per i bambini innocenti, che non possono godere della scuola, affinché non siano costretti a lottare, come ho fatto io. In un primo momento mi vergognavo, non sapevo cosa significasse,ora ho capito che mi rende speciale. Fa di me ciò che sono”.

                                         

(L'Huffington Post)
                                   

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