Turchia, i risultati del referendum costituzionale...



La riforma presidenziale voluta da Erdogan passa con il 51,4% dei voti. Ma il Paese è diviso. Votano "No" le grandi città e le provincie lungo la costa. Allarme delle opposizioni: «Conteggiate schede non timbrate».





All'inizio sembrava un successo ampio, quasi un trionfo, ma mano a mano che le sezioni venivano scrutinate la vittoria si è fatta sempre meno netta. Alle fine la riforma presidenziale voluta da Recep Tayyip Erdogan è passata solo col 51,4% dei voti, lacerando profondamente il Paese. La vittoria ha consegnato comunque la Turchia nelle mani di Erdogan fino al 2034.
AFFLUENZA ALL'83,6%. Alle urne erano chiamati 55 milioni di elettori e alla fine l'affluenza è stata dell'83,6%. I "Sì" sono arrivati in larga parte dalle regioni centrali, quelle dell'Anatolia profonda, tradizionalista e islamica. Mentre le grandi città, come Istanbul, Ankara e Smirne hanno scelto di dire "No" alla deriva autoritaria pensata dal presidente. Soprattutto quest'ultima ha votato in massa contro la riforma. Nel complesso i voti favorevoli sono stati 24 milioni e 325 mila, mentre i contrari si sono fermati a 23 milioni e 170 mila preferenze. Insieme a loro tutte le provincie costiere e soprattutto il Sud-Est del Paese, una zona a maggioranza curda.



Subito dopo che la televisione di Stato ha confermato i risultati della consultazione sono iniziati i festeggiamenti per le strade di Istanbul. I sostenitori del presidente sono scesi in strada in diverse zone della città tra le quali anche il quartiere di Uskudar sulla sponda asiatica, dove Erdogan ha una delle sue residenze.
ERDOGAN: «ALLEATI RISPETTINO IL VOTO». Raggiante il Capo dello Stato: «La Turchia ha preso una decisione storica di cambiamento e trasformazione e tutti la devono rispettare, compresi i Paesi che sono nostri alleati» ha detto nel corso di un discorso ai suoi sostenitori. «La Turchia ha preso la sua decisione con quasi 25 milioni di cittadini che hanno votato sì, con 1,3 milioni di scarto. È facile difendere lo status quo, ma molto più difficile cambiare» ha aggiunto il presidente ringraziando i partiti che hanno sostenuto il "Sì" al referendum.
«NUOVO PROCESSO PER LA TURCHIA». «Voglio ringraziare ogni nostro cittadino che è andato a votare. È la vittoria di tutta la nazione, compresi i nostri concittadini che vivono all'estero. Questi risultati avvieranno un nuovo processo per il nostro Paese», ha aggiunto il presidente turco.

«Abbiamo ancora molto da fare insieme, continueremo ad andare avanti per la nostra strada. Abbiamo incontrato ostacoli, ma con il volere di Allah non ce ne saranno più. La Turchia farà passi avanti avvicinandosi ai Paesi più sviluppati» ha detto nella parte finale del suo intervento alla folla festante, «Voglio essere il servo di questa nazione, non il padrone».
FORSE UN REFERENDUM SULLA PENA DI MORTE. Nel comizio c'è stato spazio anche per parlare della possibilità di reintrodurre la pena di morte, magari con una nuova consultazione. Erdogan ha detto che l'eventuale pena di morte verrà discussa con gli altre leader politici, ed eventualmente confermata con una nuova consultazione popolare.
CONFERMA ANCHE DALLA COMMISSIONE ELETTORALE. Subito dopo il discorso del presidente è arrivata anche la conferma ufficiale della Commissione elettorale turca. Il capo dell'ufficio elettorale Sadi Goven, ha confermato ufficialmente la vittoria del "Sì". Nel suo intervento Goven ha anche risposto leader del maggiore partito d'opposizione Keman Kilicdaroglu, che contestava la validità di schede prive del timbro ufficiale, spiegando che tutte le regole sono state rispettate. L'agenzia di stampa Anadolu ha comunque precisato che «i risultati finali definitivi del referendum costituzionale saranno resi noti entro 11-12 giorni»
IL PREMIER: «NUOVA PAGINA DELLA NOSTRA STORIA». «La nazione ha fatto la sua scelta. Questa è una nuova pagina nella storia della nostra democrazia, il risultato verrà usato per garantire la pace e la stabilità della Turchia» ha salutato così la vittoria dei "Sì" il premier turco Binali Yildirim, nel suo primo discorso dopo il voto. «Non ci fermeremo, andremo avanti dal punto in cui eravamo arrivati» ha aggiunto ringraziando anche il presidente Recep Tayyip Erdogan per il suo sostegno alla riforma. Nonostante questo il vice primo ministro Veysi Kaynak ha ammesso che i "Sì" sono stati meno del previsto...
(Lettera43)

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