Che mostro ha dentro chi dà fuoco a una donna incinta?...




Carla Caiazzo come Lucia Annibali, un viso cancellato dall'odio di un uomo che la considerava un oggetto da possedere.



claudia sarritzu



Che bella che era Carla, aveva un viso luminoso, forse era questa luce che voleva spegnere Paolo Pietropaolo. Carla è bella anche oggi, dopo 10 operazioni e una forza straordinaria che lei stessa racconta le ha dato sua figlia, quella creatura che portava in grembo quando quell'uomo (forse non dovremmo chiamarlo così) l'ha bruciata viva sfigurandola per sempre. 

La procura oggi ha condannato a 18 anni di carcere Paolo Pietropaolo, il 40enne che il primo febbraio scorso, a Pozzuoli, diede fuoco a Carla Caiazzo. I pm avevano chiesto 15 anni di reclusione, ma il  giudice Egle Pilla ha deciso di andare oltre e di aggiungerne 3 che non sono pochi, sono la convinzione che oltre alla violenza fisica inflitta a madre e figlia ce ne sia un'altra che è un vero e proprio omicidio, quello dell'identità. Ci vorrebbe una legge per questa figura di reato ancora non contemplata che darebbe giustizia a chi come Carla o Lucia Annibali ha perso il volto e quindi la possibilità di riconoscersi allo specchio. 

Una proposta legislativa di cui parla anche l'avvocato Maurizio Zuccaro che ha assistito la giovane donna che si è anche costituita parte civile assieme alla associazione "La forza delle donne" rappresentata dall'avvocato Caterina Sanfilippo. Perché in questa storia di violenza si riconosce ancora una volta il desiderio tutto maschile di cancellare l'identità a una donna che ha scelto di non essere una proprietà del proprio compagno. Un bel viso che nessun altro uomo potrà notare, potrà accarezzare. Ma Pietropaolo non ha solo rovinato la vita di Carla ma anche quella della loro bambina a cui servirà coraggio e tanta forza per essere femmina in un mondo di uomini dove è facile incontrare mostri come il suo stesso padre. 

Questa piccola donna però ha la fortuna di avere una madre che anche oggi alle tv ha dichiarato di continuare a vivere per lei: di volerle regalare il sorriso quello che lei non ha più ma che sua figlia dovrà un giorno poter rivolgere al mondo. Dovrà imparare a fidarsi del prossimo per avere una vita piena, libera dalla paura. E non sarà semplice perché è stata violata ancor prima di nascere dal suo stesso genitore, colui che doveva rispettarla e amarla più degli altri. Resta una domanda con cui tutti noi, ogni volta veniamo a conoscenza di un aggressione fatta da una persona apparentemente "normale", dobbiamo fare i conti: che mostro ha dentro chi dà fuoco a una donna incinta? Come combatterlo? 



(Globalist)

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