Ankara, scoperta scuola di Isis per bambine, 30 i minori liberati...




Nella capitale turca, nascosto in una libreria, ritrovato un covo di addestramento e indottrinamento di minori di cui la maggioranza femmine. Aumentano i casi di bambine usate nei messaggi di propaganda del gruppo terroristico



Un intero edificio, adibito a «scuola» di Isis, nel cuore della Turchia. Mentre il ministro degli Interni turco Efkan Ala aggiorna i dati sugli arresti nel suo Paese ai danni del gruppo terroristico — «5803, arresti, di cui 2200 dei quali stranieri, provenienti da 98 paesi diversi», Efkan Ala— sulla stampa turca tiene banco la vicenda legata a 17 arresti di settimana scorsa.
Giovedì gli agenti hanno scoperto una scuola clandestina del gruppo terroristico nascosta in una libreria del centro di Ankara, in un palazzo di cinque piani. Qui venivano indottrinati 30 ragazzini, tra cui 25 bambine, di età compresa tra i 9 e i 17 anni. I minori, chiamati con nomi religiosi, erano stati adescati sui social network o in alcuni casi erano stati consegnati ai loro carcerieri dagli stessi genitori. Colpisce poi la prevalenza di bambine sui maschi.

Se infatti anche nei territori del Califfato anche le femmine vengono obbligate a frequentare le lezioni, nei canali di propaganda dell’Isis sempre più spesso fanno la loro comparsa piccole e anche piccolissime, coperte dal niqab, mentre recitano messaggi. In un video rilasciato qualche settimana fa dalla divisione media Al Furat ad una ragazzina velata integralmente viene chiesto se è felice di indossare il niqab. Il rischio è dunque che, come accade in Nigeria, anche le bambine vengano utilizzate negli attacchi kamikaze. Nell’edificio ad Ankara è stata trovata un’area destinata alla preghiera e alle abluzioni rituali. I membri dell’Isis, finiti in manette nella capitale, per evitare di destare sospetti, avevano tagliato la barba. La polizia è ancora sulle tracce di alcuni membri del gruppo, mentre altri 17 sono già stati arrestati.



La presenza di covi e basi di Isis in Turchia non è certo una novità. La stessa organizzazione terroristica dopo l’attacco all’aeroporto di Istanbul ha indicato il Paese di Erdogan come «infiltrato» dalle cellule jihadiste. Le autorità turche attribuiscono a Isis la paternità dell’attacco avvenuto il 20 agosto a Gaziantep durante un matrimonio e hanno inizialmente parlato proprio un di bambino kamikaze. Ma come da prassi, quasi nessuno degli attentati su suolo turco viene rivendicato dai miliziani del Califfato...
(Corriere della Sera Esteri)

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