Immigrazione, i costi sono inferiori ai benefici Roma ha guadagnato 1,4 mld in un anno. Parigi 12. Londra 20 in un decennio. Perché le tasse versate dagli stranieri superano le spese assistenziali....





di Caterina Belloni

Dall'Inghilterra all'Italia, le proteste nei confronti dell'immigrazione tengono banco. Ukip e Lega, per rimanere a Londra e a Roma, le cavalcano a scopi elettorali, sbandierando le spese dell'accoglienza che graverebbero sulle casse del governo centrale.
Eppure un’analisi attenta dimostra che gli stranieri rappresentano un valore aggiunto, e in generale, versano in termini di tasse e contributi previdenziali molto più di quanto non costino in termini di assistenza e servizi.
La prima conferma arriva da una ricerca pubblicata sull’Economic Journal e realizzata in Gran Bretagna dallo University College di Londra.
GB, 20 MLD IN 10 ANNI DAGLI STRANIERI. Secondo gli esperti che hanno analizzato i dati della decade dal 2000 al 2011, gli immigrati in arrivo dall’Unione europea hanno portato nelle casse dello Stato britannico 20 miliardi di sterline, mentre quelli provenienti da altre parti del mondo 5 miliardi.
La ricerca dello University College traccia anche un profilo degli immigrati in arrivo dall’Ue, tra cui spiccano per numero gli italiani. Si tratta di persone giovani, con un'educazione universitaria alle spalle e che nel periodo preso in esame hanno raggiunto un grado di occupazione pari all’81%, contro il 70 toccato dagli inglesi.

ITALIA, SALDO POSITIVO DI 1,4 MILIARDI. Quanto all’Italia, l’altro Paese che ha dimostrato rigurgiti di insofferenza nei confronti degli immigrati, le statistiche aggiornate al 2013 sottolineano che i lavoratori stranieri hanno pagato contributi e tasse in quantità superiore ai costi dei servizi e anche della gestione dei flussi di ingresso. Il beneficio netto arrecato dai 5 milioni e 186 mila stranieri regalmente residenti nel nostro Paese ammonta a 1,4 miliardi di euro in un anno (differenza tra 13,3 miliardi di incassi e 11,9 miliardi di uscite).
Per quanto riguarda l’occupazione, c’è da sottolineare che nelle famiglie degli stranieri residenti in Italia spesso solo un componente lavora e la crisi ha colpito più duro, portando il tasso di inattività più in alto di dove non sia per gli italiani. Le imprese straniere, però, sono in costante aumento e nel 2013 ne sono state registrate oltre 477 mila, il 7,8% del totale italiano, con una crescita pari al 5,4%.

In Germania l'immigrazione ha portato una crescita del Pil dell'1,3%

Guardando agli altri Paesi europei, la situazione non cambia.
Una ricerca compilata per conto della Commissione, infatti, sottolineava come dal 1988 l’immigrazione avesse creato in Germania oltre 85 mila posti di lavoro con una crescita dell’1,3% del Pil.
E i versamenti effettuati nelle casse dello Stato si aggirano intorno ai 13 miliardi di euro ogni anno, con un saldo positivo rispetto a quanto poi viene investito per gli immigrati.
L’altro elemento interessante riguarda la giovane età degli stranieri, che secondo gli analisti avrà un effetto positivo sulla popolazione autoctona, che diventa sempre più anziana. Nelle proiezioni che guardano al 2050, infatti, sarà significativa la percentuale di stranieri che verserà contributi e tasse rispetto a quella degli abitanti tedeschi, ormai in età di pensione.
LA FRANCIA GUADAGNA 12,4 MILIARDI. In Francia, secondo una ricerca compiuta dall’Università di Lille per conto del ministero degli Affari sociali, nel 2009 il saldo positivo apportato dagli stranieri è stato di 12,4 miliardi di euro.
Ma l’aspetto più interessante riguarda il loro profilo professionale, che è tale da rendere la presenza degli stranieri quasi irrinunciabile per i francesi.
Nelle banlieue infatti oltre il 60% degli infermieri è straniero, nelle imprese di pulizie il 42% degli occupati non ha origine francese, mentre nel settore dell’agricoltura, l’alta presenza di lavoratori immigrati – che accettano anche salari più bassi – consente di calmierare i prezzi dei prodotti che altrimenti salirebbero alle stelle. 

USA, 140 MILIARDI DI DOLLARI IN TASSE. Una tendenza simile a quella europea si registra, infine, Oltreoceano.
Già nel 2005 negli Stati Uniti un’indagine dell’Immigration Policy Center aveva constatato che gli stranieri pagavano mediamente tra i 20 mila e gli 80 mila dollari in più rispetto a quanto ottenevano dal governo in termini di assistenza.
Nel 2010 gli immigrati regolari hanno pagato 140 miliardi di dollari di tasse, quelli irregolari 10,6 miliardi. Una cifra, quest'ultima, destinata a crescere sensibilmente dopo la riforma dell'immigrazione varata da Obama.

(Lettera 43)

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