Gli organi dei condannati a morte in Cina...





A partire dal 1° gennaio 2015 la Cina bloccherà qualsiasi prelievo di organi sui condannati a morte. È quello che ha annunciato il 3 dicembre il dott. Huang Jiefu, presidente della Lega di prelievo d’organi umani dell’Associazione degli ospedali cinesi.
Il dono volontario dunque diverrà l’unica possibilità di trapianti- ha aggiunto il quotidiano cantonese Nanfang Dushibao.
Secondo il dott. Jiefu ogni anno le persone che hanno bisogno di un trapianto in Cina sono circa 300 000 e fino a oggi un terzo delle operazioni è stata possibile solo grazie agli organi dei prigionieri condannati a morte, che venivano prelevati però senza il loro consenso. Nel paese con il più alto numero di condanne a morte nel mondo, i detenuti sono visti come una miniera d’oro per i trapianti. In Cina circa il 65 % degli organi proviene da donatori morti, il 90 % dei quali sono stati condannati a morte.Secondo alcune associazioni umanitarie infatti l’elevata domanda di organi è arrivata anche a influenzare il numero e la rapidità delle esecuzioni.
Il 5 dicembre scorso, il portavoce del ministro degli Affari Esteri Hua Chunyu non ha aggiunto alcun tipo di precisazione, ma ha ricordato che già nel 2007 la Cina aveva promulgato una legge sul dono volontario. Questa ha poi indirizzato i giornalisti alle autorità sanitarie per qualche dettaglio in più, preferendo glissare sull’argomento.
Secondo Huang Jiefu la Cina conta attualmente 300 000 persone in attesa di trapianto, ma il paese ne realizza solo 10 000 ogni anno- una cifra stabile da molti anni. È uno dei paesi in cui il tasso di dono degli organi è il più basso in assoluto, con uno 0,6 donato su 1 milione di abitanti, contro 37 in Spagna ad esempio. E le ragioni culturali sembrano essere tra i primi fattori a determinare questa tendenza, visto che secondo la tradizione cinese, un corpo deve arrivare nell’aldilà integro.
(Il Journal)

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