Le proteste di Ferguson si diffondono negli Stati Uniti...





Di Stefano Consiglio

La decisione del Gran Giurì di assolvere Darren Wilson per l'uccisione di Michael Brown per insufficienza di prove, sta scatenando una serie di proteste in una dozzina di città americane. Dopo una vera e propria "rivolta popolare" che ha caratterizzato la città di Ferguson la notte del 24 novembre, diversi scontri sono stati registrati a Oakland, California. Un vasto incendio è stato appiccato lungo la Telegraph Avenue, mentre alcuni negozi sono stati danneggiati dai manifestanti.
el frattempo in molte altre città, tra le quali Filadelfia, New York, Los Angeles, Oakland, Chicago e Boston, manifestazioni pacifiche sono state organizzate dalla popolazione locale per protestare contro un verdetto ritenuto ingiusto. Uno degli elementi maggiormente sottolineati dai manifestanti riguarda una ricostruzione dell'accaduto secondo cui al momento dello sparo la vittima aveva alzato le mani in segno di resa.  "Hands up, don't shoot", questo è il motto recitato a gran voce nelle oltre 12 città americane che si sono unite alla causa della comunità afro-americana presente a Ferguson.
La reazione della popolazione americana alla sentenza adottata dal Gran Giurì ha indotto il Presidente Obama a pronunciarsi sulla questione sostenendo che: "Non si possono fare progressi lanciando bottiglie, né facendo male a qualcuno". Ciò su cui la Casa Bianca è intervenuta, tuttavia, è l'effetto di un problema più grande che riguarda alcune città americane. Attualmente, infatti, un'indagine federale per constatare se sussistono episodi di discriminazione all'interno del dipartimento di polizia di Ferguson è stata avviata. Il poliziotto coinvolto in questa vicenda, tuttavia, continua a sostenere che nessun preconcetto raziale si trova alla base del suo gesto. "La ragione per cui ho una coscienza pulita è che ho fatto il mio dovere". Questo è il commento rilasciato da Darren Wilson, il quale ha contestato la versione secondo la quale Michael Brown aveva le mani alzate nel momento in cui è stato esploso il colpo fatale. Ciò è una chiara rappresentazione di una caratteristica che contraddistingue questa indagine, basata su testimonianze contrastanti e perizie in contraddizione tra loro. Il medico legale della famiglia della vittima, infatti, ha dichiarato che dagli esami autoptici effettuati è possibile concludere che i proiettili sono penetrati nel corpo mentre Michael Brown aveva le mani alzate. Un risultato diametralmente opposto, tuttavia, è stato raggiunto dall'ufficiale medico della Contea. Anche sulle varie fasi che hanno portato alla morte di Brown non c'è chiarezza. Ciò, ovviamente, giustifica la sentenza adottata dai giudici del Gran Giurì ma al contempo è anche uno degli elementi che maggiormente sta alimentando l'indignazione di una parte del popolo americano.

(Internazional Business Times)

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