Ucraina, la Russia aumenta il suo esercito al confine: quanto è reale la minaccia di un'invasione ?...





Di Stefano Consiglio
Continui scontri vengono registrati nell'Ucraina orientale. Dalla caduta di Yanukovich, infatti, nessuno è stato capace di pacificare questo paese, attualmente diviso tra coloro che sono fedeli al neo-Presidente  Poroshenko e i ribelli filo-Russi, supportati da Putin sia militarmente che economicamente. In questo contesto la Russia  ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nella crisi ucraina. Dal punto di vista militare il Cremlino, che aveva invaso l'Ucraina orientale, ha adottato successivamente alla secessione della Crimea una politica di disengagement volta al ritiro delle proprie truppe 

Negli ultimi giorni, tuttavia, migliaia di soldati sovietici sono stati radunati a pochi chilometri dal confine orientale dell'Ucraina. Secondo fonti locali si tratterebbe, approssimativamente, di 17 battaglioni, per un organico di 15-20 mila truppe di terra. Ai soldati di fanteria occorre aggiungere i carri armati, l'artiglieria pesante, i missili terra aria e ogni altro strumento necessario all'invasione dell'Ucraina. Diversi leader occidentali, tra cui il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, hanno manifestato il timore che la Russia possa effettivamente decidere di invadere l'Ucraina. A questo punto una domanda sorge spontanea: in che modo Putin giustificherebbe il suo intervento?
Finora il Cremlino ha sempre sostenuto di agire allo scopo di proteggere la popolazione russa residente in Ucraina. Attualmente l'esercito ucraino sta combattendo per raggiungere la città di Donetsk, roccaforte dei ribelli filo-russi. Secondo recenti rivelazioni  gli abitanti di questa città avrebbero quasi esaurito le loro riserve idriche. La Donbas Water Company, che fino alla fine di luglio aveva portato l'acqua a Donetsk, ha infatti interrotto le forniture a causa del danneggiamento di tre pompe idriche e del canale di Donbas. La Russia, secondo molti esperti, potrebbe approfittare di questa situazione per avviare una sorta di "peacekeeping operation" nell'Ucraina orientale, così da violare i confini di questo Stato senza tuttavia suscitare eccessivi clamori da parte della comunità internazionale.

L'eventuale invasione dell'Ucraina sarebbe solamente l'ultimo atto di questo nuovo conflitto tra Russia e paesi Occidentali. Gli Stati Uniti, insieme all'Europa, stanno tentando in ogni modo di isolare economicamente la Russia. Nelle ultime tre settimane diverse sanzioni sono state adottate contro Mosca per il ruolo giocato nella destabilizzazione dell'Ucraina. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno concentrato il "fuoco" sulle grandi banche russe e sulle aziende operanti nei settori della difesa e dell'energia. L'Unione Europea, contestualmente, ha avviato le pratiche necessarie al congelamento dei programmi condotti in Russia dalla Banca europea di investimenti (BEI) e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERD). Apparentemente le sanzioni imposte sulla Russia hanno lo scopo di proteggere la popolazione ucraina, garantendo contestualmente l'integrità territoriale di questa nazione. In realtà l'Ucraina è uno dei molti teatri in cui Stati Uniti e Russia stanno combattendo la loro "guerra delle influenze". Entrambe, infatti, stanno utilizzando il loro potere economico e tecnologico per controllare popoli e mercati, in modo da ridurre sia le entrate sia l'influenza esercitata sulle altre nazioni dal proprio rivale.

Nel frattempo la Russia sta costruendo nuove alleanze, così da aggirare le sanzioni imposte dai paesi occidentali e, al contempo, creare mercati alternativi che le garantiscano una piena indipendenza economica e commerciale dall'Europa. Tra le varie relazioni strette dalla Russia quella che preoccupa maggiormente gli Stati Uniti è il  legame esistente con la Cina. La relazione tra Russia e Cina si basa sul fatto che la prima è piena di risorse naturali, mentre la seconda ha un'incredibile quantità di denaro da investire. La Russia, inoltre, sta sviluppando rapporti sempre più stretti con gli altri membri dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). L'avvicinamento tra Cina e Russia è divenuto ancora più evidente il 21 maggio scorso, con la sottoscrizione di uno storico accordo per la fornitura di gas, in base al quale il Cremlino si impegna a fornire al Governo cinese 38 miliardi di metri cubi di metano all'anno.
Martediì 5 agosto anche l'Iran è stata aggiunto alla lista dei nuovi alleati di Mosca. Le due nazioni, infatti, hanno siglato un accordo che porterà, nel breve periodo, all'avvio di nuove cooperazioni in diversi settori economici. Secondo le informazioni riportate dalla stampa sovietica, l'accordo è stato siglato dal ministro russo dell'Energia, Alexander Novak e dal Ministro iraniano per il Petrolio, Bijan Namdar Zanganeh. Un nuovo incontro è previsto a Teheran per il 9 settembre, data in cui verranno definite le modalità per concretizzare il memorandum siglato martedì scorso. Considerando che l'Iran è una delle principali potenze sia economiche che militari del Golfo Persico, l'accordo stretto con la Russia potrebbe avere un peso determinante anche negli equilibri geopolitici (in)esistenti in Medio Oriente. L'Iran, infatti, concorre con l'Arabia saudita per il ruolo di leader dei paesi mediorientali. Da oltre sessant'anni i leader sauditi hanno stretto una forte alleanza, anzitutto economica, con gli Stati Uniti. Ancora una volta, dunque, si ripropone quella contrapposizione tra Russia e Usa, che trova nuova linfa nell'accordo siglato martedi scorso tra Mosca e Teheran. 

La possibile invasione dell'Ucraina, le sanzioni economiche adottate dai paesi occidentali, gli accordi commerciali stretti dalla Russia, fanno tutti parte di questa "guerra delle alleanze", in cui due superpotenze combattono tra loro, finanziando gli eserciti di altri paesi e stringendo relazioni economiche e diplomatiche atte a danneggiare il proprio avversario. Questa spaccatura del mondo in due grandi fazioni sta riproponendo, apparentemente, quella contrapposizione tra blocco sovietico e paesi occidentali che ha caratterizzato gli anni della guerra fredda. 

Commenti

Ruteo ha detto…
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