Putin risponde alle sanzioni: la Russia impone un embargo alimentare sui prodotti occidentali...





Di Stefano Consiglio
Da quando è iniziata la crisi ucraina gli Stati occidentali, in primis USA e UE, hanno adottato una serie di sanzioni economiche nei confronti della Russia. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno concentrato il "fuoco" sulle grandi banche russe e sulle aziende operanti nei settori della difesa e dell'energia. L'Unione Europea, contestualmente, ha avviato le pratiche necessarie al congelamento dei programmi condotti in Russia dalla Banca europea di investimenti (BEI) e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERD).
In questi mesi Mosca ha reagito a queste sanzioni allargando la rosa dei propri alleati, attraverso la stipulazione di accordi commerciali sia con la Cina che con l'Iran. L'avvicinamento tra Cina e Russia risale al 21 maggio scorso, quando venne sottoscritto uno storico accordo per la fornitura di gas, in base al quale il Cremlino si impegna a fornire al Governo cinese 38 miliardi di metri cubi di metano ogni anno. Martedì 5 agosto anche l'Iran è stato aggiunto da Mosca alla lista degli Stati amici. Le due nazioni, infatti, hanno siglato un accordo che porterà, nel breve periodo, all'avvio di nuove cooperazioni in diversi settori economici. Rapporti sempre più stretti, infine, caratterizzano le relazioni esistenti tra la Russia e gli altri membri dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). 

Oggi, 7 agosto, il Cremlino ha deciso di lanciare un contrattacco contro le economie occidentali, attraverso un embargo totale sugli alimenti provenienti da Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia. Queste sanzioni sono già entrate in vigore e rimarranno valide, salvo successive modificazioni, per un anno. Secondo i dati forniti dal Primo ministro, Dmitry Medvedev, queste misure colpiranno la frutta, la verdura, la carne, il pesce, il latte e i suoi derivati. I prodotti per bambini, invece, non verranno inclusi.Questa decisione avrà forti ripercussioni sulle economie dei paesi europei, considerando che lo scorso anno le esportazioni di cibo dirette a Mosca hanno fruttato guadagni per un valore pari a 11,8 miliardi di dollari. La Russia, infatti, è da diversi anni il secondo mercato europeo per l'esportazione degli alimenti, acquisendo il 10% dei prodotti provenienti dall'Europa.

Anche Mosca avrà il suo da fare per colmare il vuoto lasciato nelle "dispense" russe. Il problema riguarderà principalmente grandi città, come Mosca o San Pietroburgo, in cui circa il 60% dei prodotti alimentari presenti nei supermercati proviene da paesi occidentali. Il Primo ministro Medvedev ha immediatamente contattato il ministro dell'Agricoltura, richiedendo di massimizzare le produzioni agricole. Diversi paesi, inoltre, sono stati già contattati dal Cremlino per verificare la loro disponibilità a fornire prodotti alimentari in sostituzione di quelli occidentali. Tra questi figurano la Cina, la Turchia e il Brasile. La scelta dei nuovi partner commerciali non è stata casuale; secondo i dati forniti da Reuters, infatti, il Brasile e la Turchia sono tra i cinque stati che maggiormente forniscono prodotti alimentari alla Russia. Per quanto riguarda la Cina, abbiamo già chiarito in precedenza la profondità dei legami esistenti tra Mosca e Pechino. 
Oltre all'embargo alimentare, Mosca sta valutando la possibilità di interdire il proprio spazio aereo alle compagnie che battono la bandiera degli Stati Uniti o di uno Stato membro dell'Unione Europea. Ciò incrementerebbe significativamente i costi per quelle compagnie che attraverso la Siberia per arrivare in Cina o in altre destinazioni asiatiche. 
Anche dal punto di vista militare la Russia si sta muovendo per imporre la propria supremazia, anzitutto sulla vicina Ucraina. Negli ultimi giorni, infatti, migliaia di soldati sovietici sono stati radunati a pochi chilometri dal confine orientale dell'Ucraina. Secondo fonti locali si tratterebbe, approssimativamente, di 17 battaglioni, per un organico di 15-20 mila truppe di terra. Ai soldati di fanteria occorre aggiungere i carri armati, l'artiglieria pesante, i missili terra aria e ogni altro strumento necessario all'invasione.
L'embargo alimentare deciso da Mosca rappresenta l'ultimo episodio di questa serie drammatica che vede Russia e Stati Uniti come protagonisti. Da quando è scoppiata la guerra civile siriana, infatti, la tensione esistente tra i due Stati non ha fatto altro che salire. La recente crisi ucraina, iniziata con la deposizione del Presidente filo-russo Yanukovich, è stata l'ultima goccia che ha fatto rovesciare questo vaso, dividendo nuovamente il mondo in frammenti, o meglio in singoli Stati, allineati con la Russia o con gli Stati Uniti.



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