Iraq, ISIL all'attacco solitario? Non proprio. Ecco i gruppi che fiancheggiano i jihadisti nella conquista di Baghdad...





Di Luca Lampugnani | 20.06.2014
Una settimana dopo la caduta di Mosul, seguita a ruota da altre città irachene conquistate dai jihadisti, l'ISIL continua ad essere descritto come una forza che sembra agire in piena autonomia. Tuttavia, come scritto giovedì dall'Agence France-Presse (AFP), la realtà potrebbe essere ben diversa. Dato per assunto che i terroristi rinnegati da Al Qaedaabbiano trovato l'appoggio di alcune tribù locali e di ex funzionari dell'era Saddam Hussein - risvolto confermato, tra gli altri, da Tareq al-Hashimi, ex vice presidente iracheno fuggito nel 2012 da Baghdad perché su di lui pende una condanna a morte -, ecco quali sono i principali gruppi che potrebbero essere spalla a spalla con lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante nella (tentata) conquista dell'Iraq.

Questo gruppo, conosciuto anche con l'acronimo JRTN (dall'arabo Jaysh Rijal al-Tariqa al-Naqshbandia), sarebbe nato attorno al 2006 successivamente all'esecuzione di Saddam Hussein. Il nome richiama al movimento Sufi Naqshbandi, il quale si è sviluppato all'inizio del 1389 con Baha al-din Naqshband. In linea teorica, come spesso accade con tutti gli estremismi, il Sufismo è contrario ad ogni forma di violenza, eppure viene sfruttato come bandiera dal gruppo che, al contrario, ha assolutamente abbracciato la lotta armata. Secondo quanto si può leggere su un rapporto dell'Università di Stanford, che si è occupata di mappare i gruppi del terrore, l'Esercito degli Uomini dell'Ordine Naqshbandi sarebbe nato ovviamente per respingere l'invasione occidentale in Iraq, ma si sarebbe largamente opposto alle tattiche di combattimento di Al Qaeda che hanno portato alla morte anche di molti sunniti e in generale di iracheni. Durante la sua attività, cresciuta in particolar modo dal 2007 in poi, il gruppo avrebbe lanciato contro la coalizione guidata dagli USA attacchi missilistici, con mortai, fatto esplodere bombe e condotto sia attacchi mirati che su larga scala. Ad oggi è difficile stabilire quanti miliziani combattano per il JRTN - alcuni report parlano di 5 mila uomini -, tuttavia è certa la presenza tra le sue fila di sunniti ex affiliati al regime di Saddam Hussein, tra cui anche membri dell'Intelligence e della Guardia Repubblicana.
Army of Mohammed (Esercito di Maometto)
Conosciuto in arabo come Jeish Muhammad, secondo uomini vicini a Maliki non poi così attivo nei recenti attacchi, il gruppo è nato in Iraq attorno al 2004. Anche per quest'ultimo, come per l'Esercito degli Uomini dell'Ordine Naqshbandi, l'obiettivo finale è quello di cacciare l'Occidente dall'Iraq. Come riporta Global Security anche l'Esercito di Maometto sarebbe particolarmente vicino all'establishment baatistacaduto in seguito alla cattura e all'esecuzione di Saddam Hussein, facendo da ponte con molti ex 007 iracheni e funzionari della sicurezza del regime. Teoricamente di dottrina salafita - la stessa dell'ISIL -, quanto meno stando ad un'intervista anonima del 2005 ad un combattente riportata dall'istituto War and Peace Reporting, non mancano le prove di un approccio alla guerra più simile a quello del JRTN, che rifiuta quindi l'uccisione di iracheni di qualunque 'ramo' dell'Islam essi siano.
Ansar al-Sunna Sharia
Come riportato dall'Università di Stanford, il gruppo (benché non vi siano certezze sulla data) sarebbe nato da una costola di Ansar al-Islam, formazione salafita estremista formata principalmente da curdi. Il motivo scatenante della scissione, si legge, sarebbe ancora una volta la tattica qaedista: non essendo riuscita a convincere Ansar al-Islam ad abbandonare le violenze anche contro gli iracheni, il gruppo ha deciso di staccarsi e di formare una componente autonoma della lotta all'invasione Occidentale post 2003. Ritenuti combattenti 'moderati' (rispetto ad altri gruppi) della Jihad, i membri di Ansar al-Sunna Sharia hanno portato a termine negli anni numerosi attacchi mirati contro le forze occupanti, dimostrando al contrario di non avere una grande propensione agli attacchi su larga scala. Nel 2007, nel momento in cui veniva rinforzato il contingente USA nel Paese, tanto Ansar al-Sunna Sharia quanto altri gruppi simili hanno rilasciato una serie di 'principi' guida della Jihad in Iraq: "i mujahidin sono i protettori dell'Islam e dei musulmani - si leggeva -, la loro priorità è difendere i musulmani, quello che possiedono e il loro onore", sorta di codice d'onore che, a tutti gli effetti, l'ISIL e altri gruppi salafiti non hanno adottato.  
Tirando le somme, una cosa sembra accomunare questi gruppi: una certa moderazione (se così può essere definita) rispetto allo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. Allora perché, è giusto chiedersi, sembrano collaborare? Una risposta particolarmente valida, quanto elementare, è stata fornita da Saddam Anwar Mahmud Khalaf al-Juburi, ex generale sotto la dittatura di Saddam Hussein: "sostengono l'ISIL per l'assunto che il nemico del mio nemico è mio amico". Tuttavia, se questo ragionamento può funzionare nell'immediato, non sono pochi gli osservatori che ritengono particolarmente fragile, sul lungo termine, l'alleanza tra anime così diverse dell'estremismo. Da una parte i gruppi 'moderati', o comunque vicini a Saddam, usano l'ISIL come arma nel tentativo di istituire una nuovo potere baatista, dall'altra lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante trova indubbio beneficio dagli uomini che riempiono le sue fila, garantendogli più potenza e, di conseguenza, la capacità di conquistare città e intere regioni del Paese.


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