Al Baghdadi supera i maestri del terrore...





È più audace di Bin Laden, ha la ferocia dei Boko Haram e il fiuto per gli “affari” dei maghrebini

NEW YORK
Una cosa è certa, Abu Bakr al-Baghdadi è candidato ad essere il nuovo Osama bin Laden. O forse qualcosa di più, come affermano gli esperti. Perché il numero uno dello Stato islamico di Siria e Iraq, non solo ha dato prova di essere abile stratega e cinico combattente, e si è incarnato in leader religioso col nome altisonante di «Califfo Ibrahim». Ma anche perché è più feroce, aggressivo, e ambizioso del fondatore di Al Qaeda.

Oltre Bin Laden  
«Possiamo pensare ad al-Baghdadi come a un nuovo bin Laden in quanto figura chiave nella galassia del terrorismo islamico, ma limitarci a questo sarebbe riduttivo», spiega Daniel Pipes, direttore del Middle East Forum. La motivazione va ricercata nella differente natura che ha l’Isis rispetto ad altre strutture: «Al Qaeda operava con l’obiettivo di terrorizzare il mondo, lo Stato islamico vuole invece conquistarlo territorialmente», dice Pipes il quale ricorda che di fatto bin Laden prima e Ayman al-Zawahiri dopo, non controllavano nessun territorio; erano i taleban che avevano imposto il califfato in Afghanistan. «Questo rende al-Baghdadi, più audace e pericoloso». 

Come Godane e Moktar  
Similitudini si riscontrano con Ahmed Abdi Godane e Moktar Belmoktar. Il primo è il leader degli Al-Shabaab, che dopo averne preso in mano le redini, ne ha cambiato la «missione». Prima del 2008 il gruppo islamico era dedito a stabilire la Sharia nel Paese, «mentre ora si sta specializzando in attacchi che vanno oltre i confini nazionali», in particolare Uganda e Kenya, come dimostra l’attentato al Westgate Mall di Nairobi del 21 settembre scorso. Elemento comune, quello dell’espansione territoriale, anche a Belmoktar, oltre al fatto che come il «collega iracheno» è un ottimo affarista. Il leader di «Al Qaeda nel Maghreb» è infatti soprannominato «Mr. Marlboro», perché traffica in sigarette di contrabbando oltre a incassare milioni di dollari col business dei rapimenti di occidentali in Mali. 

Violento come Shekau  
La ferocia che contraddistingue al-Baghdadi può essere riscontrata in Abubakar Shekau, il comandante di Boko Haram. «L’escalation di violenza di cui si è reso protagonista in questi ultimi il movimento nigeriano è notevole», avverte J. Peter Pham, direttore dell’Africa Center all’Atlantic Council, proprio come l’Isis. Basta notare la cinica ferocia con cui Shekau si è mostrato in video per rivendicare il rapimento delle 300 studentesse a Chibok. E come il leader dell’Isis, Shekau ha tanta audacia, mobilità e pragmatica follia da definirsi imprendibile anche dai droni: «Non pensiate che la jihad sia finita, anzi è appena iniziata». 

«Un mondo sunnita»  
Elemento comune all’Isis e ad alcuni movimenti più attuali è che tra i loro principali nemici ci sono gli sciiti, ovvero l’Iran e tutte le sue declinazioni settarie negli altri Paesi. Priorità questa che non era propria di bin Laden. «Questo è molto importante, perché in Iraq come in Nigeria ci sono comunità sciite molto numerose», sottolinea Pipes.  

Lo schiaffo ad Al-Zawahiri  
Non solo Al-Baghdadi ha disobbedito all’attuale leader di Al Qaeda sulla guerra in Siria e sui rapporti con Jabhat Al-Nusra, rendendosi protagonista di una scissione storica e creando una realtà molto più accattivante, ma lo ha anche delegittimato in pubblico. «Da più di 10 anni al-Zawahiri se ne sta rintanato tra Pakistan e Afghanistan e non ha diffuso che pochi comunicati e video, mentre al-Baghdadi ha fatto tantissimo, conquistando città, mobilitando un numero incredibile di persone, uccidendo senza pietà tra la Siria e l’Iraq», sostiene l’ex capo dell’antiterrorismo britannico Richard Barrett. «Se sei un ragazzo che cerca azione, oggi devi andare con al-Baghdadi», dice l’esperto ricordando che al momento della rottura definitiva con Al Qaeda ha schiaffeggiato verbalmente il medico egiziano dicendogli: «Ho scelto di farmi comandare da Dio e non da chi gli è contro».
(La Stampa Esteri)

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