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ppello da via Aldini: «Portate tutine e latte per neonati». Associazioni e comuni cittadini hanno fatto collette

di Alessandra Coppola




Alla Casa della Carità, che ha trovato spazio in emergenza per 76 profughi siriani, tra cui 31 bambini, è arrivato il contributo della comunità cinese. Dieci scatole di cartone piene di prodotti nuovi. Per la gran parte forniti dai grossisti della zona di via Sarpi. «In particolare, un negoziante di scarpe e uno di vestiti», racconta Wu Jie, direttore della rivista «Europe China News». «Non è la prima volta - continua -, abbiamo già mandato aiuti dopo l’alluvione in Sardegna». In questo caso, a girare l’appello è stata una dottoressa che lavora alla Casa della Carità, cinese della minoranza uigura. «Lei mi ha avvertito - spiega Wu -, io ho chiamato il presidente dell’Associazione cinesi in Milano» e si è rimessa in moto la raccolta. «Non c’è molto da dire: il senso è aiutare». 
La gara di solidarietà
Già nei giorni dell’accampamento alla stazione Centrale, cittadini milanesi si erano presentati al mezzanino con borse e sacchetti: spontanee offerte per i rifugiati di passaggio a Milano. Il Comune aveva poi fatto esplicito appello alla solidarietà, perché con le cifre degli ultimi arrivi (che non si sono arrestati), con lo sforzo della moltiplicazione dei posti letto, è difficile riuscire ad assistere tutti: a 800 persone servivano asciugamani, lenzuola, vestiti, anche intimi, giacche per il freddo dei Paesi del Nord verso cui sono diretti, scarpe chiuse, calzini.
Il centro che sostiene lo sforzo maggiore è quello di via Aldini 74, gestito dalla Fondazione Progetto Arca. Qui, in questi giorni, «abbiamo visto una risposta veramente importante anche dei privati - raccontano -. Molte persone sono venute a informarsi di quello che serviva, hanno fatto collette su Facebook». Il risultato è che la raccolta di vestiti è completa. Ma, per chi volesse contribuire, c’è un appello importante da fare: mancano cose per bambini molto piccoli, dagli zero ai tre anni, tutine, copricapo, salviette umidificate, pomate lenitive, ma anche latte in polvere, omogeneizzati o biscotti. 

(Corriere della Sera)

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