Ruanda...la fiaccola in memoria del genocidio brucerà per cento giorni...



Si aprono ufficialmente stamattina le celebrazioni a Kigali in ricordo dei massacri avvenuti venti anni, che iniziarono nella notte tra il 6 e il 7 aprile del 1994. Al presidente Paul Kigame il compito di ufficiare la comemorazione. Rimane alta la tensione con la Francia, dopo l'0intervista del presidente ruandese ad un settimanale, attraverso la quale vengono attribuite pesantissime responsabilità alla politica dell'Eliseo.

KIGALI - Si ufficialmente aprono oggi a Kigali le cerimonie di commemorazione del genocidio compiuto venti anni fa in Ruanda: il presidente Paul Kagame accenderà una torcia che continuerà a bruciare per cento giorni, esattamente il tempo che durarono i massacri iniziati dopo che nella notte tra il 6 ed il 7 aprile 1994, il Falcon 50 dell'allora presidente, Juvenal Habyarimana, venne abbattuto mentre si trovava in fase di atterraggio su Kigali. Almeno 800mila persone - la maggior parte delle quale tutsi e oppositori hutu - vennero massacrati dagli estremisti hutu. Le commemorazioni inizieranno con la deposizione di una corona al memoriale sul genocidio e l'accensione della torcia nello stadio Amahoro della capitale. Presenti, tra gli esponenti della comunità internazionale, l'ex premier Tony Blair, il presidente sudafricano Thabo Mbeki ed il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.

L'esclusione della Francia.
 L'ambasciatore francese in Ruanda ha reso noto che gli è stato impedito di partecipare alle cerimonie. "Ieri sera, il ministero degli Esteri mi ha telefonato per informarmi che non sono più accreditato alle cerimonie", ha dichiarato. La tensione, dunque, rimane tra Parigi e Kigali, dopo la decisione di cancellare la visita del ministro della Giustizia Christiane Taubira, a seguito delle accuse lanciate alla Francia dal presidente Kagame. In un'intervista a Jeune Afrique, il presidente ha affermato che Francia e Belgio avevano avuto un ruolo "nella preparazione politica del genocidio" e nella "partecipazione ...alla sua stessa esecuzione". L'ambasciatore di Francia è "persona non grata" alle cerimonie di commemorazione per i 20 anni dal genocidio in Ruanda. Lo riferisce lo stesso diplomatico. La decisione di Kigali arriva dopo le critiche del presidente Paul Kagame, che accusa la Francia di aver avuto un ruolo nel genocidio. 

Balladur: "Una menzogna interessata". L'ex primo ministro francese Edouard Balladur, in carica dal 1993 al 1995, durante il genocidio in Ruanda, ha definito "una menzogna interessata" le accuse del capo dello stato ruandese, Paul Kagame, che coinvolgono Parigi nella carneficina. Ai microfoni di Europe 1, Balladur si è rammaricato per il fatto che Parigi abbia pensato di inviare un ministro a Kigali per le commemorazioni del massacro, poichè "gli incidenti (diplomatici, ndr) che si verificano erano prevedibili, tenendo conto di Kagame e dei suoi abituali usi".

Le parole di Ban Ki-moon - Per la ricorrenza il segretario generale delle nazioni unite Ban Ki-moon ha diffuso un messaggio in cui invita a ricordare gli oltre 800.000 "Innocenti" massacrati. "Non dobbiamo mai smettere di ricordare gli innocenti brutalmente assassinati e di rendere omaggio al valore e alla forza dei sopravvissuti. Prendiamo esempio - ha proseguito Ban ki- monn - dalla capacità dei ruandesi di unirsi e dimostrare che la riconciliazione è possibile, anche dopo una tragedia di tali proporzioni. Rendiamo omaggio alla loro determinazione nel rinnovare il paese e aprire la strada a un futuro sicuro e prosperoso. Sono onorato - ha concluso il segretario generale dell'Onu - di essere invitato a prendere parte alla commemorazione, e sarò in Ruanda per celebrare questo momento solenne con gli abitanti del paese".
(Repubblica.it)

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