Sei marzo 2011, i bambini di Dar’a: scoppia la rivoluzione in Siria...





Come spesso accade nelle rivoluzioni, la scintilla che dà il via non viene sempre ricordata a meno che non sia un fatto clamoroso. E' il caso della Siria dove dieci sfortunati bambini furono loro malgrado, i primi ribelli contro cui il regime usò la violenza. Oggi, tre anni fa


Tutto è cominciato, in Siria, tre anni fa. Nella città diDar’a, nel sud del paese, una decina di ragazzini di dieci anni dopo aver canticchiato a scuola una canzoncina, scrivono su un muro “Il popolo vuole la caduta del regime”. Arrivano i servizi segreti, portano via i bambini. Saranno riconsegnati il 20 marzo alle famiglie che troveranno sui loro corpi i segni di torture incredibili. Subito dopo il rapimento, il 15 marzo, iniziarono le prime grandi manifestazioni di piazza a Damasco e nella altre città.
Questo episodio è comunemente indicato come la scintilla che ha dato il via a quella che oggi si è trasformata – lo ha accertato l’ONU – nella più grande emergenza umanitaria di tutti i tempi : la guerra civile siriana. Da un lato il regime guidato dal presidente Bashar al-Assad, accusato di ogni genere di nefandezze e violenza – ed aiutato dall’amico storico la Russia – dall’altro i suoi oppositori che ormai sono diventati talmente tanti che si fa fatica a identificarli sotto una bandiera, che a loro volta hanno ricevuto aiuti per un certo periodo dall’occidente. Ed anche loro hanno commesso crimini indicibili
Ad oggi, anche se qualche tempo fa il conteggio è stato interrotto si parla di 140 mila morti con un milione di bambini, ancora loro purtroppo, rifugiati...
(Il Journal)

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