L’ultimo scatto di Yusef, photoreporter ventiquattrenne ucciso a Damasco...

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Si chiamava Yusef Yunes Abu Mujahed; era uno dei giovani citizen reporter del gruppo Lens young Dimashqi, fotografi che con i loro scatti postati in rete stanno mostrando al mondo cosa accade in Siria, documentando i bombardamenti, le macerie, la desolazione e la morte che avvolge ormai tutte le città della Siria. Yusef, come gli altri volontari dell’informazione, sapeva di essere a rischio, come sono a rischio tutti gli operatori dell’informazione. Con il suo impegno e il suo coraggio ha scattato molte delle foto del gruppo Lens young Dimashqi, in particolare dalla provincia di Babila. Yusef è rimasto ucciso il 24 aprile 2013  mentre stava scattando foto in località Jabhat Sidi Meqdad.
Yusef era nato il 15 marzo 1989 a Babila, nella periferia di Damasco. Era un ragazzo brillante, colto e a soli 13 anni aveva già memorizzato tutto il Corano. Quando è iniziata la rivolta in Siria studiava alla facoltà di Economia; gli mancava solo un anno alla laurea, ma ha deciso di abbandonare gli studi e la sua vita tranquilla per rendersi utile alla causa del popolo che chiedeva libertà. Con altri giovani di Babila organizzava i cortei studenteschi e si impegnava nelle manifestazioni di dissenso: era il responsabile della fotografia e con il suo obiettivo ha scattato centinaia di foto e ripreso centinaia di video che documentavano, in particolare, le sofferenze della popolazione civile nel sud della capitale. Col passare del tempo e il precipitare della situazione Yusef ha iniziato a riprendere anche scene di combattimento, come quando ha immortalato gli istanti dello scontro per rimuovere il posto di blocco in località Kazia il 12 dicembre 2012 e la liberazione del battaglione 666 il 27 novembre 2012 e prima ancora la liberazione di Babila, l’8 novembre 2012.
Yusef è rimasto  ferito la prima volta il 22 marzo 2013 mentre stava scattando foto in località Jabha Sidi Meqdad. Un mese dopo il 24 aprile, in quella stessa località, Yusef è rimasto ucciso dai colpi di mitra del regime, mentre era dietro a soldati dell’esercito siriano libero impegnati in un’operazione per liberare un palazzo sotto assedio.
Yusef viene descritto dai suoi amici come un giovane sensibile, scriveva e recitava poesie sulla libertà e aveva una voce bellissima: ad ogni manifestazione gli veniva chiesto di cantare e gli altri giovani gli facevano eco. Aveva un alto senso morale , era generoso e nobile d’animo. “Resterai per sempre nei nostri cuori”, hanno scritto per lui gli amici.

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