A sei anni sotto le macerie e il Whatsapp ai soccorritori: fate presto...(Video)




Il dramma nel dramma a Città del Messico. La distruzione della scuola elementare Enrique Rebsame. Tutta la città scava per salvare i piccoli. La tragedia dei genitori che urlano i loro nomi

                                                                                        La lista dei nomi dei bambini



Sotto quelle macerie restano in troppi.  Il dramma nel dramma. Città del Messico piange i suoi figli bambini travolti dal sisma. La scuola che non esiste più si chiamava Enrique Rebsamen, si trovava a Coapa, quartiere nel sud dell'area metropolitana della Capitale. Le piccole vittime hanno tra i 7 e i 13 anni. Ma il bilancio rischia di aggravarsi ulteriormente: sono ancora da ritrovare trenta minori e quattro adulti. Tantissimi volontari stanno scavando nelle macerie alla ricerca dei bambini ancora vivi. Una piccola di sei anni ancora intrappolata è riuscita a entrare in contatto via Whatsapp con i soccorritori: ha chiusto aiuto. Sono momenti terribili e commoventi, tutto il Messico, probabilmente il mondo fa il tifo per lei e i suo compagni che, speriamo, siano ancora vivi. Intanto i media messicani stanno pubblicando online le liste dei nomi dei bambini messi in salvo. C'è gente che scava con le mani, che chiama i nomi dei piccoli, che quando sente un respiro si ferma in lacrime per la commozione e poi riprende a scavare con più forza passione, mentre fuori dal recinto della polizia madri e padri urlano disperati.  Sette bambini hanno tirato fuori, uno dietro l'altro. Impolverati, terrorizzati, ma vivi. E gli altri?

                                       

Mancano tanti, troppi all'appello. Si chiamano "Anet Michel 7, Karen Valentina 7, Cinthia Velaquez 11." "Silenzio per favore!" un ufficiale di polizia davanti al disastro prende in manoun megafono. "Non camminare, non respirare, stiamo cercando di sentire le voci!" Qualsiasi segno di vita da sotto le macerie è benvenuto. Un flusso di volontari arriva con pale, picconi, lampade sul casco. Altri volontari hanno formato una catena con cesti di acqua in bottiglia per i soccorritori. I cestelli poi tornano indietro pieni di detriti.
Maria del Pilar Marti, un insegnante che lavora alla scuola di Enrique Rebsamen ha detto a Televisa. "Eravamo tutti insieme, in classe. Poi il boato. A un certo siamo stati coperti da una nube di polvere. Poi una parte dell'edificio è completamente crollato".o cellulare e strade chiuse a causa di detriti complicano il salvataggio.
Di fronte alla scuola, due persone si sono piazzate con un computer: cercano di fare la lista dei bambini salvati e di quelli ancora mancanti. "È il caos ... ci sono bambini che sono scappati dalla scuola, ma sono stati feriti e sono soli negli ospedali senza i loro genitori", ha detto uno di loro all'Associated Press...

(Globalist)


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