Unicef: il bimbo rapito dall'Isis è l'esempio dell'arruolamento 2.0...



Il web è uno strumento utilizzato dall'Isis per comunicare: a sostenerlo è Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia.



"E' l'ennesimo caso che si va ad aggiungere a fenomeni davvero gravi che colpiscono i bambini in relazione all'Isis". Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia, ha commenta così la vicenda del piccolo rapito dal padre fuggito per combattere in Siria e che la madre ha riconosciuto in una foto pubblicata da uno dei siti 'ufficiali' dello Stato islamico.

"Userei come premessa tutta la prudenza necessaria fino a quando non avremo un'identificazione finale del bambino - ha detto Iacomini - Chiaramente una mamma non sbaglia, ma restiamo in attesa di avere una conferma definitiva su queste immagini". Il portavoce dell'Unicef ha ricordato che "qualche mese fa c'era già stato il caso di alcuni bambini che erano ripresi sui banchi di scuola che incitavano all'arruolamento, alla jihad, e al combattimento e furono messi su YouTube. Io questo lo chiamerei un nuovo fenomeno e lo definirei un arruolamento dei bambini soldato 2.0. Una modalità che non conoscevamo fino ad oggi. Ecco perché il caso del bambino si fa più eclatante e ulteriormente meritevole di attenzione".

"Oggi l'Isis non arruola soltanto i bambini passando di paese in paese, non solo facendo loro imbracciare fucili e utilizzandoli come cuochi e portantini - molti addirittura spesso subiscono violenze - ma viene utilizzato il web come strumento di comunicazione proprio per arruolarne altri e fare proseliti - spiega Iacomini - Quindi in questo senso assistiamo proprio a quello che può essere definito il fenomeno dei bambini soldato 2.0". E "questo bambino innocente che viene portato in questi campi ci fa a lungo pensare a questo fenomeno così diffuso".
(Globalist)

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