La risposta del mondo alla crisi siriana, fallimentare su tutti i fronti...



Il più grande appello umanitario nella storia dell'ONU raggiunge meno della metà dei fondi necessari; solo 37.629 profughi sui 3 milioni ufficialmente registrati dall'UNHCR trovano accoglienza nei paesi ricchi; nessun embargo su armi e munizioni.



 La risposta della comunità internazionale alla crisi siriana è fallimentare su 3 fronti: aiuti insufficienti, scarse offerte per una nuova sistemazione, continui trasferimenti di armi. Per questo Oxfam chiede con urgenza all'ONU di imporre un embargo sulle armi a tutte le parti belligeranti, e ai governi dei paesi più ricchi di contribuire con una giusta quota di aiuti, offrendo accoglienza al numero crescente di siriani in fuga dalla violenza. Un trattamento più giusto per i siriani, il nuovo rapporto pubblicato oggi da Oxfam, mostra il dettaglio di come l'appello di 7,7 miliardi di dollari sia finanziato per meno della metà, mentre il continuo rifornimento di armi alimenta ovunque violenza, indebolendo ogni sforzo di pace. I paesi ricchi offrono rifugio a un numero insignificante di siriani, a fronte dello sforzo immane dei paesi confinanti che hanno accolto i 3 milioni di siriani fuggiti dal conflitto.

Il riconoscimento all'Italia. "Riconosciamo che l'Italia ha cercato di aumentare il proprio impegno sulla crisi siriana nel corso dell'ultimo anno - ha detto Riccardo Sansone, coordinatore emergenze umanitarie di Oxfam Italia - Tuttavia ancora l'investimento è insufficiente per un paese che oggi vuole esprimere un ruolo di primo piano in Europa e nel Mediterraneo sui temi della pace e dei diritti umani. Chiediamo pertanto al Ministro Mogherini, prima di assumere il ruolo di Alto Rappresentante per la politica estera dell'UE, di agire per aumentare l'impegno del nostro paese".

Usa, Russia e Francia, fornitori di armi.
 Così come il Regno Unito e la Danimarca. La Russia, uno dei principali esportatori di ami in Siria, ha contribuito con appena l'1% della "giusta quota" di aiuti che potrebbe offrire; Francia e USA rispettivamente solo con il 33% e il 60%, mentre continuano a trasferire armi. Molti paesi del Golfo contribuiscono con più del dovuto, ma non fanno abbastanza per arrestare il flusso di armi. "E' la più grande crisi umanitaria degli ultimi decenni e la risposta della comunità internazionale è ancora inadeguata. In Siria un flusso incessante di Kalashnikov, bombe e missili non fa che alimentare terribili violenze, mentre gli aiuti arrivano col contagocce a chi ne ha disperatamente bisogno.  -  ha aggiunto Sansone - I paesi vicini ospitano milioni di rifugiati, molti dei quali necessitano con urgenza di cure, acqua, cibo e un tetto. Non c'è ancora nessun embargo su armi e munizioni e solo pochi paesi si sono fatti avanti per offrire accoglienza anche solo a un numero esiguo di profughi. La comunità internazionale deve cominciare ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti delle vittime di questo conflitto."

La proposta per i profughi. Oxfam chiede quindi che il 5% dei rifugiati siriani trovi una sistemazione in un paese ricco o che almeno gli venga offerto un ingresso per ragioni umanitarie entro il 2015. Ogni paese ricco dovrebbe contribuire secondo una "giusta quota" del totale in base alle dimensioni della sua economia nazionale. Germania, Austria e Australia sono gli unici paesi ad aver offerto fino ad ora una nuova sistemazione a una  giusta quota di profughi; quasi tutti gli altri paesi ricchi non hanno fatto un passo in questa direzione. Intanto la generosità di paesi come Libano e Giordania è messa a dura prova da 3 anni e mezzo ormai, e a rimetterci sono i profughi e le comunità più povere. "L'approccio inadeguato della comunità internazionale al conflitto siriano tradisce i milioni di uomini, donne e bambini fuggiti dalla tortura, dai massacri, dalle barrel bomb e tutti coloro che hanno davanti un futuro terrificante in Siria. Tutte queste persone sono state abbandonate dalla comunità internazionale, costrette a vivere in condizioni disperate in una battaglia quotidiana per la sopravvivenza."

I 3 indicatori. Oxfam ha elaborato 3 indicatori chiave per stabilire il grado di impegno che ciascun paese ricco dovrebbe assicurare per alleviare la sofferenza della popolazione siriana colpita dalla guerra:

1 - quantità di fondi messi a disposizione da ciascun paese in relazione alle dimensioni dell'economia nazionale (in base al reddito nazionale lordo);

2 - numero di profughi siriani che ciascun paese ha aiutato a trovare rifugio, offrendo loro una nuova sistemazione o altre forme di protezione umanitaria, anche in questo caso in relazione alle dimensioni dell'economia nazionale. Non sono considerati qui coloro che hanno diritto di asilo sia nei paesi limitrofi che altrove, perché gli stati hanno specifici obblighi nei confronti dei richiedenti asilo che arrivano sul loro territorio;

3 - l'impegno di ciascun paese a intraprendere azioni concrete per porre fine alle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario attraverso la sospensione del trasferimento di armi e munizioni e la volontà a riprendere i negoziati di pace, falliti quest'anno a Ginevra.

I paesi non confinanti. Fino ad ora i paesi non confinanti con la Siria hanno dato rifugio a 37.629 profughi sui 3 milioni ufficialmente registrati dall'UNHCR, offrendo una nuova sistemazione o un altro tipo di programma umanitario. Per la Siria, l'ONU ha lanciato il più grande appello umanitario nella sua storia. Altre agenzie come il Comitato internazionale della Croce Rossa o la Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale hanno lanciato i loro appelli, come pure i governi di Libano e Giordania. Il totale di fondi richiesto ammonta a 7,7 miliardi di dollari di cui solo il 43,6% è stato finanziato, secondo lo studio di Oxfam.

(R.it Emergenza)


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