Prigionieri dell'Europa: l'umiliazione dei rifugiati bloccati in Grecia...




In un bel reportage, Patrick Kingsley racconta ai lettori il lato oscuro del continente che rifiuta l'accoglienza e calpesta gli esseri umani che soffrono.



Vivono ormai dimenticati dai riflettori dei media internazionali. Nessuno vuol più sapere che fine abbiano fatto i disperati in fuga dalle guerre, dalle bombe, dalla devastazione delle loro case. Le frontiere sono state chiuse. Punto e basta. La Grecia è diventato un campo di accoglienza terribile. Le zone di frontiera sono accampamenti disumani. I benpensanti vedono solo l'affronto aloro decoro, non la sofferenza, la paura, la povertà. Anzi, in questa ondata enfatica emergenzialista è proprio la povertà a spaventare.

Bello il reportage apparso sul Guardian a firma Patrick Kingsley. Racconta ai lettori il lato oscuro del continente che rifiuta l'accoglienza e calpesta gli esseri umani che soffrono. Leggetelo, lo troverete qui: 'Prisoners of Europe': the everyday humiliation of refugees stuck in Greece.

Nella foto di copertina si vedono i capannoni dell'ex fabbrica di carta igienica che adesso ospita i rifugiati. Sempre in penombra, per avere luce occorre aspettare la notte. In questa immagine in basso si vede un appello scritto da un rifugiato nel campo di Vasilika.



 

Il campo Softex si trova in una zona industriale abbandonata ai margini settentrionali di Salonicco, seconda città della Grecia. I rifugiati sono stati chiusi qui nel maggio scorso. La maggior parte di loro vive in tende all'interno del magazzino cupo. Il campo di Vasilika è più luminoso ma non meno tristo. "Per anni ho visto personeuccise in Siria, e poi ora sono qui da sei mesi senza sapere che cosa sta succedendo, e non riesco a dormire", dice Hisham. "Quello che è successo in Siria sta giocando ogni notte come un film davanti ai miei occhi. Psicologicamente, ho bisogno di un medico".



(Globalist)

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