Riportati il Libia nei centri di detenzione i 107 migranti "salvati" dal mercantile libico. Tra loro donne incinta e neonati e molti in condizioni critiche, alcuni sono morti...


Libia, migranti e rifugiati (anche neonati) riportati in centri di detenzione sovraffollati
Molti sono in condizioni critiche. Le testimonianze di Medici Senza Frontiere. Due giorni fa, 106 persone sono sbarcate a Khoms da una nave commerciale. Si teme che almeno 6 siano annegate. Ieri a Misurata altre 144 persone soccorse.


Nelle ultime due settimane, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) in Libia hanno osservato un netto aumento del numero di persone trattenute nei centri di detenzione a Misurata e Khoms, dopo una serie di sbarchi che hanno visto rifugiati, migranti e richiedenti asilo intercettati o recuperati in mare e riportati sulle coste libiche, in piena violazione del diritto internazionale. Il numero di persone nei centri di detenzione dell’area è passato dai 650 all’inizio dell’anno ai 930 attuali.

I momenti dello sbarco a Khoms. Due giorni fa, 106 persone sono sbarcate a Khoms da una nave commerciale. Si teme che almeno 6 siano annegate mentre il gruppo tentava la traversata. “Allo sbarco, diverse persone avevano bisogno di cure urgenti e siamo intervenuti per fornire assistenza medica”, spiega Julien Raickman, responsabile delle attività di MSF a Misurata, Khoms e Bani Walid. MSF ha organizzato il trasferimento di 10 persone in un ospedale vicino, ma un ragazzo di 15 anni è morto poco dopo il ricovero. Ieri altre 144 persone soccorse da una nave mercantile sono sbarcate a Misurata.

Donne in stato di gravidanza e neonati. Tra le 250 persone sbarcate complessivamente a Misurata e Khoms, ci sono donne, di cui alcune incinte, neonati e bambini sotto i 7 anni, tutti trasferiti nei centri di detenzione dell’area. Solo pochi giorni prima, 117 persone sono annegate in un naufragio, un chiaro segno della deliberata negligenza da parte delle autorità europee nel garantire la necessaria capacità di ricerca e soccorso per salvare vite nel Mediterraneo centrale.

Ora nei centri sovraffollati di detenzione. Le persone riportate in Libia in questi giorni si trovano ora bloccate in sovraffollati centri di detenzione. La capacità di affrontare nuovi arrivi è al limite e questo peggiora ulteriormente le già drammatiche condizioni della detenzione.


Le persone non hanno praticamente alcuna possibilità di uscire all’aria aperta e hanno scarso accesso ad acqua pulita e cibo. Il cibo è del tutto insufficiente e inadeguato a rispondere ai bisogni nutrizionali di persone in gravi condizioni mediche, donne e bambini. Tra le persone trattenute ci sono pazienti affetti da malnutrizione, ipotermia, diarrea. Alcuni raccontano che prima di tentare la traversata del Mediterraneo erano stati tenuti in cattività dai trafficanti per settimane, a volte mesi, senza cibo, sistematicamente abusati e torturati...

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(Human Rights)

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