Le sciocchezze di Di Maio: "Azzerare il finanziamento ai giornali" (ma non c'è più da anni)
Il ministro dello Sviluppo torna ad annunciare la cancellazione di fondi all'editoria (che in realtà non ci sono più da anni) e rilancia la riduzione dei costi della politica.
L'intenzione del vicepremier Luigi Di Maio e della viceministra Laura Castelli, a caccia di coperture per le misure previste nella nota di aggiornamento al Def, è di reperire un miliardo di euro. Il taglio più consistente dovrebbe essere quello alla Difesa, vecchio pallino dei 5 stelle che promettevano di annullare molti programmi, tra cui quello degli F35. Dal ministero di Elisabetta Trenta dovrebbero arrivare quasi 500 milioni di euro, grazie al blocco di un programma ancora top secret, all'annullamento del progetto del "Pentagono italiano" e alla cancellazione di un altro programma che valeva 40 milioni. Gli altri 500 milioni dovrebbero riguardare Infrastrutture, Giustizia e Salute.
Ma intanto Di Maio, che in serata ha riunito i ministri 5Stelle, è tornato alla carica sul taglio dei fondi all'editoria e sulla riduzione dei costi della politica. Ha chiesto con forza di inserire nella manovra il progressivo azzeramento dei finanziamenti pubblici ai giornali e il taglio dei costi della politica eliminando il più possibile gli sprechi esistenti: auto blu e voli di Stato in primis. "Sono le nostre battaglie ed è ciò che abbiamo promesso agli italiani", ha detto Di Maio. Finanziamenti pubblici che Repubblica (come gli altri grandi giornali) non prende. In realtà infatti sono stati cancellati - con l'eccezione delle cooperative giornalistiche - dalla riforma approvata nel 2012 ma il vicepremier torna ciclicamente su questo storico cavallo di battaglia della campagna elettorale dei 5Stelle...
(Globalist)
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