Il Natale dei 'bambini perduti' marocchini a Parigi: dormono nelle asciugatrici per il troppo freddo...




Una fotografia, scattata per caso, getta un'ombra sulla festa più sentita dai cristiani. Sono ragazzini senza famiglia nè casa, che si drogano e vivono in strada di piccoli furti.


Tre paia di gambe che spuntano fuori dai cestelli di grandi asciugatrici, in una lavanderia a gettone del quartiere parigino della Goutte d'Or. Una immagine, frutto di una foto scattata casualmente in questi giorni di festa, che da sola dice più di molte parole sulla condizione dei minorenni marocchini che, senza famiglia nè casa, sopravvivono a Parigi rifiutando la mano che viene tesa loro dalle istituzioni.
Lo scatto, che risale al 10 dicembre, si deve ad una donna, Chistine, che, diretta al vicino ginnasio del 18/mo arrondissement, ha per pur caso gettato un'occhiata dentro la lavanderia. Ha impugnato il suo cellulare per fermare un istante fatto di degrado e di disperazione.
Nonostante lo sconcerto e lo sgomento che quelle gambe che escono fuori da asciugatrici possono generare, la condizione di questi ragazzini, spesso ancora bambini, non è certo una sorpresa perchè nel quartiere della Goutte d'Or la situazione di questi giovanissimi sbandati marocchini è conosciuta da tempo.
"Ma questa è la prima volta che vedo una cosa del genere, in dodici anni che vivo nel quartiere - ha detto Christine al quotidiano La Voix du Nord - . Mi ha toccato, ho trovato scioccante vedere questi giovani migranti, almeno uno dei quali stava dormendo, in questa situazione. Quando ho mostrato questa foto ai miei amici, mi è stato consigliato di trasmetterlo sui social network perché è sorprendente''.
Due giorni dopo, la donna ha diffuso lo scatto su Instagram e Twitter spiegando che questi minatori marocchini "cercavano calore nel cestello di una asciugatrice''.
Prima lentamente, nel ristretto novero delle amicizie di Christine, poi sempre più ampliando la platea dei fruitori, la fotografia è rimbalzata sui social, valicando anche i confini di Parigi e della stessa Francia, giungendo anche in Marocco, con la forza in un manrovescio inatteso che ha sollevato il velo di ipocrisia che spesso viene calato su situazioni che dovrebbero generare non indifferenza, ma rabbia.
In questo periodo di festeggiamenti, la foto ha toccato molti utenti di Internet che si sono detti commossi dalla condizione di questi ragazzi.
I minori marocchini sono conosciuti nel quartiere della Goutte d'Or, dove sono arrivati ​​quasi un anno fa. Inizialmente erano una ventina. ''Tutti molto giovani - alcuni non avevano dieci anni -. si sono stabiliti in una piazza, in uno degli angoli più popolari del 18 ° arrondissement. Vivono di piccoli furti'', scrive La Voix du Nord.
Li chiamano i "bambini perduti", non parlano francese e sono per lo più dipendenti dalle droghe. Michel Delpuech, prefetto della polizia di Parigi, ha dichiarato lo scorso novembre che se ne conoscevano 80 in tale condizione che vivenano in questo quartiere a nord di Parigi, ''ma tutti rifiutano di accettare l'assistenza'' e, come spesso accade, sono diventati appetita manovalanza di altri criminali più anziani che approfittano della loro disperazione.
"All'inizio si accontentavano di qualche piccolo furto. Ma ora sono passati al borseggio, rubando collane e facendo furti con scasso'', dice Valérie Goetz, commissario capo del 18 ° arrondissement che spiega: ''Stanno iniziando a mescolarsi con criminali più anziani, trafficanti di sigarette e contrabbandieri".
A lamentarsi della situazione è il proprietario della lavanderia a gettone, secondo il quale per la presenza dei giovani sbandati il suo fatturato è ormai un quarto di quello originale
Touraya Bouabid, presidente dell'Associazione marocchina per l'aiuto reciproco ai minori in situazioni precarie, ha fornito alcuni dati per certi versi sorprendenti su questi ''bambini perduti'' che in Marocco hanno dei familiari, che provengono dalla "borghesia" e sono originari di diverse città (Fez, Tetouan, Tangeri)...

(Globalist)

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