Isis, Di Battista (M5s): «Terrorismo unica arma di chi si ribella»...



Dibba  sdogana l'Isis sul blog di Grillo: «L'obiettivo politico ha una logica». «Bisogna parlare con gli jihadisti». E non essere «sudditi degli Usa». Santanchè: «Game over M5s». Pd: «Corresponsabili».



Una tesi sull'Isis destinata a creare polemiche quella del deputato del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista.
Il grillino, in un post pubblicato sul blog del leader Beppe Grillo, ha spiegato che «l'obiettivo politico, ma non le assurde violenze commesse», dei miliziani jihadisti, «ovvero la messa in discussione di alcuni Stati-nazione imposti dall'Occidente dopo la Prima Guerra mondiale ha una sua logica». Secondo Di Battista, «il processo di nascita di nuove realtà su base etnica è inarrestabile sia in Medio Oriente sia in Europa». E per questo «bisogna prenderne atto e, assieme a tutti gli attori coinvolti, trovare nuove e coraggiose soluzioni».
TERRORISMO UNICA ARMA. Quindi il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, parlando dell'Isis, ha proseguito spiegando che «se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana».
Dunque, secondo Di Battista, il terrorismo è «la sola arma violenta rimasta a chi si ribella».
SERVE APRIRE IL DIALOGO. «Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione», ha spiegato il deputato di Grillo, «per la sua natura di soggetto che risponde a un'azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo a interlocutore». Un compito che per Di Battista è «difficile», ma «necessario», perché «altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno».
L'ITALIA PRENDA POSIZIONE. Nel suo intervento, poi, il deputato di Grillo ha anche precisato che di fronte all'Isis che «avanza, conquista città importanti e minaccia migliaia di cristiani», è «evidente che la comunità internazionale e l'Italia debbano prendere una posizione».
«Innanzitutto», ha scritto Di Battista, «occorre mettere in discussione, una volta per tutte, la leadership nordamericana. Gli Usa non ne hanno azzeccata una in Medio Oriente. Hanno portato morte, instabilità e povertà».
LAVORARE PER LA PACE. In secondo luogo, secondo il pentastellato, «l'Italia, ora che ne ha le possibilità, dovrebbe spingere affinché l'Unione europea promuova una conferenza di pace mondiale sul Medio Oriente alla quale partecipino i Paesi dell'Alba, della Lega araba, l'Iran, inserito stupidamente da Bush nell'asse del male e soprattutto la Russia un attore fondamentale che l'Ue intende delegittimare andando contro i propri interessi per obbedire a Washington e sottoscrivere il Ttip il prima possibile».
BASTA SUDDITI DEGLI USA. Per Di Battista, «essere alleati degli Usa non significa essere sudditi, prima di applicare sanzioni economiche a Mosca, sanzioni che colpiscono più le imprese italiane che quelle russe, si dovrebbero pretendere le prove del coinvolgimento di Putin nell'abbattimento dell'aereo malese».
«L'Italia», ha detto ancora il parlamentare del M5s, «dovrebbe promuovere una moratoria internazionale sulla vendita delle armi», perché, è la tesi di Di Battista, «se vuoi la pace la smetti di lucrare sugli armamenti».
DUBBI SULLE ARMI AI CURDI. Sull'ipotesi di armare i curdi, il pentastellato s'è domandato: «Chi ci dice che una volta vinta la guerra i curdi non utilizzeranno quelle armi sui civili sunniti».
Dunque che fare? «L'Italia dovrebbe porre all'attenzione della comunità internazionale un problema che va risolto una volta per tutte: i confini degli Stati. Non sta scritto da nessuna parta che popolazioni diverse debbano vivere sotto la stessa bandiera».
Sabato, 16 Agosto 2014
(Lettera 43)

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