Mentana “10 anni fa, piazze piene per l’Iraq. Oggi, per la Siria, solo San Pietro. Pacifisti, dove siete?”...
10 anni fa, piazze piene per l’Iraq. Oggi, per la Siria, solo San Pietro. Pacifisti, dove siete?
(scritto per Vanity Fair)
(scritto per Vanity Fair)
Può il papa fermare la guerra? Può la religione costruire la pace? Perché in Italia il monopolio della protesta contro le armi è passato ai cattolici? Domande pesanti. Intanto la religione, anzi le religioni. Scusate se parto da lontanissimo, da Abramo. La stragrande maggioranza di voi è di formazione cattolica, e Abramo l’ha conosciuto nell’ora di religione, o a catechismo. “Il primo patriarca cristiano”. Ma provate a chiedere chi sia Abramo per ciascuno del milione di musulmani presenti in Italia: “Il primo patriarca islamico”, risponderebbe sicuro uno dei tanti Ibrahim, che poi è la versione araba del nome Abramo. Se poi conoscete uno delle poche decine di migliaia di ebrei italiani saprete che per loro Abramo, “il primo patriarca israelita”, è stato il primo uomo sulla terra ad essere chiamato ebreo.
Le tre grandi religioni monoteiste, in nome delle quali si è combattuta la maggior parte delle guerre della storia, sono strettamente connesse da una comune sorgente e da mille intrecci virtuosi o sanguinosi, lungo l’arco che va da Ur dei Caldei (città natale di Abramo, a un pugno di chilometri da quella Nassiriya in cui dieci anni fa 19 italiani venero uccisi da un attentato) fino all’Egitto di Mosè, massimo profeta cristiano, ebraico e musulmano, quell’Egitto che ancor oggi vive nuove piaghe, anche nello scontro tra islamici e cristiani copti. In mezzo, come sempre, Gerusalemme, Israele. E la Siria, sull’orlo del baratro. La storia, il mito, il sacro si concentrano tutti lungo quei duemila chilometri tra il Nilo, il Giordano e l’Eufrate.
E’ questo l’intrico (non dico la Babele, perché anche quel luogo entra nella storia condivisa e contesa) che rende le tensioni mediorientali sempre diverse da tutte le altre vicende mondiali. E’ la miscela di presente, passato ed eterno che muove e paralizza masse e regnanti, fedeli e laici. Se non si ha presente tutto questo non si comprendono appieno l’ansia di questi giorni, le incertezze di Obama, il travaglio dell’Europa e soprattutto il ruolo forte che può giocare – a differenza di quanto accaduto in altre crisi planetarie del passato – il pacifismo religioso. Con le armi di dissuasione più antiche, la veglia, la preghiera, il digiuno, papa Francesco è riuscito a intercettare un desiderio di pace ma anche di spiritualità in antinomia alla guerra.
Principalmente il ricorso al digiuno, che ha un ruolo purificatore negli altri due monoteismi: il Ramadan islamico, un intero mese di astensione diurna totale, si è da poco concluso, e tra pochi giorni ricorre Kippur, il giorno ebraico dell’espiazione e appunto del digiuno assoluto. La religione cattolica ha lasciato cadere da tempo gran parte dei suoi precetti, già molto più blandi delle altre due fedi. Il recupero da parte di papa Bergoglio dell’astensione dal cibo come elemento di comunione e, in fondo, di protesta contro qualcosa che si ritiene sommamente ingiusto, la guerra, suona come nuovo e coinvolgente. Vincente non so. Ma so che ci sta provando, e che forse accarezza l’idea che solo gli strumenti della religione possano sciogliere un groviglio che è nato dall’odio religioso, dalla divaricazione tra discendenti della stessa progenie, dalla rivendicazione del “Dio vero”.
Si dirà: inutile ginnastica di preghiere, tentativo di riaggregare consensi al cattolicesimo cadente col pretesto di una buona causa, attenzione a una guerra a scapito delle altre. Si può dir tutto, per carità. In questi giorni tanti atei o agnostici l’hanno fatto, irridendo alla veglia e al digiuno, o ai tweet del papa, e ricordando immancabilmente i massacri delle Crociate. C’è però qualcosa che stona: dieci anni fa, alla vigilia della guerra d’Iraq, l’Italia intera fu pavesata di bandiere delle pace, con le piazza invase da manifestanti contrari al conflitto. Come oggi c’era l’America, l’Occidente diviso, un despota, e l’accusa di armi chimiche. Oggi quelle piazza sono desolatamente vuote, a differenza di Piazza San Pietro. Come lo spiegate, amici pacifisti a corrente alternata?...
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