Gaza nuova protesta, Israele ancora linea dura...


Un’enorme nuvola di fumo anti cecchini. Questo venerdì a Gaza, dove è in programma una nuova marcia del ritorno appoggiata da Hamas, migliaia di copertoni saranno dati alle fiamme per impedire ai tiratori scelti israeliani di colpire.
– La speranza dei manifestanti è che una grande nuvola nera avvolga il confine con Israele.
– Timori internazionali di un accesso di violenza da parte israeliana.


Nuvola di fumo anti cecchini
Lacrimogeni israeliani, quando va bene, e ‘fumi di copertura’ e di copertoni da parte palestinese, nuvola anti cecchini. Questo venerdì a Gaza, dove è in programma una nuova ‘Marcia del ritorno’ appoggiata da Hamas. Migliaia di copertoni saranno dati alle fiamme per impedire ai tiratori scelti israeliani di colpire. La speranza dei manifestanti è che una grande nuvola nera avvolga il confine con Israele.
Nickolay Mladenov, coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, si è detto preoccupato. «Mladenov – ha dichiarato il suo portavoce – ha chiesto alle forze israeliane di dare prova del massimo autocontrollo, mentre i palestinesi devono evitare frizioni lungo il confine. I civili, e in particolare bambini, non vanno messi intenzionalmente in pericolo né devono essere presi di mira in alcun modo».


Sale intanto il conto di morti e feriti
Nella notte tra mercoledì e giovedì un palestinese è stato ucciso da un drone dall’esercito israeliano vicino alla barriera di sicurezza nella parte nord di Gaza. Poche ore dopo fonti mediche nella striscia hanno annunciato la morte di un altro palestinese ferito la scorsa settimana: secondo il ministero della Sanità di Gaza il bilancio delle recenti violenze è 18 morti e oltre 1400 feriti.
Israele ha confermato la linea dura. «Non abbiamo intenzione di consentire che le manifestazioni assumano un ritmo settimanale – ha detto il portavoce dell’esercito. Ad ogni tentativo di compiere attentati lungo i recinti di confine risponderemo in profondità nella Striscia». Pessimi segnali e minacce esplicite: «Ahead of the Palestinian demonstrations planned to start tomorrow (Friday) in Gaza, Israeli officials have repeatedly threatened to respond with lethal force».



The Israeli Information Center
Nella foto i soldati israeliani ascoltano un briefing sul lato israeliano del confine con la striscia settentrionale di Gaza. In vista delle manifestazioni palestinesi di oggi dunque, i funzionari israeliani hanno minacciato di rispondere con una forza letale. ‘The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories’, lettura attenta alle condizioni palestinesi, denuncia l’ignorato disastro umanitario a Gaza e la responsabilità di Israele per questo.
Frammenti di informazioni riportati dai media indicano che: ai soldati verrà ordinato di sparare a chiunque arrivi entro 300 metri dal recinto e i cecchini spareranno a chiunque lo tocchi. E sembra non essere una novità. Nel dicembre 2017, il mese peggiore dello scorso anno, le forze israeliane hanno sparato e ucciso otto manifestanti palestinesi disarmati a Gaza...

                                  

(RemoContro)

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