L’impatto della guerra yemenita sui bambini...




Un rapporto dell’Onu pubblicato ieri rivela come il numero dei minori uccisi e feriti in Yemen sia aumentato di 6 volte nel 2015. Principale responsabile per le violenze sui giovanissimi è la coalizione sunnita guidata da Riyad, ma chi li recluta di più per fare la guerra sono gli houthi. Razzi sul mercato di Taez: almeno 17 le vittime



La coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita ha causato il 60% delle morti e dei feriti tra i bambini nello Yemen. A denunciarlo è stato ieri l’Onu. In un rapporto sull’impatto dei conflitti armati sui minori, il segretario generale delle Nazioni Unite, Bank Ki-Moon, ha definito “preoccupanti” le condizioni umanitarie nello stato arabo sottolineando come rispetto al 2014 “il numero dei bambini uccisi e mutilati sia cresciuto di sei volte [nel 2015]”. Secondo dati Onu, soltanto il blocco sunnita ha causato la morte di 510 di loro (sui 785 totali).
“La situazione dello Yemen è particolarmente preoccupante ed è elevato il numero di violazioni attribuibili ad entrambe le parti: gli houthi e la coalizione a guida saudita sono responsabili dell’uccisioni e di attacchi contro bambini e ospedali” denuncia il rapporto che sottolinea anche come sia anche quintuplicato il numero dei bambini reclutati dai gruppi armati. Su 762 casi verificati di reclutamento di giovanissimi, il 72% sono attribuiti agli houthi, il 15% alle forze pro-governative yemenite e il 9% al ramo yemenita di al-Qa’eda (Aqap).
I 15 mesi di conflitto in Yemen hanno avuto un impatto devastante sui bambini. Accanto ai morti e ai feriti, l’Unicef afferma che almeno 320.000 di loro rischiano di morire per malnutrizione. Non se la passa meglio il resto della popolazione: secondo ancora l’Agenzia Onu per l’infanzia, l’82% degli yemeniti ha “disperato” bisogno di aiuto umanitario e quasi la metà delle 22 regioni del Paese sono “sull’orlo della carestia”.
Di crisi umanitaria “incommensurabile” ha parlato giovedì il capo dell’Onu per gli affari umanitari in Yemen, Jamie McGoldrick. McGoldrick non ha usato giri di parole: la guerra in corso ha causato una “crisi invisibile” per l’indifferenza della comunità internazionale. “La portata dell’emergenza umanitaria è tremenda – ha detto giovedì il diplomatico – i servizi forniti dal governo, in particolar modo quelli sanitari, che già funzionavano con difficoltà prima dell’inizio del conflitto, sono ora totalmente distrutti”. Timidissimi passi in avanti sono stati compiuti con il cessate il fuoco raggiunto lo scorso aprile (spesso violato da entrambe le parti) perché, afferma McGoldrick, “ha offerto una opportunità per farci raggiungere aree che non avevano ancora ricevuto aiuti”. Ma finora fin troppo poco è stato ottenuto.
Che il Paese versi in una situazione terribile non è un segreto: lo scorso maggio a favore dello Yemen erano scesi in campo anche accademici, ex diplomatici e operatori del campo umanitario. In una lettera pubblicata dal “The Times”, i firmatari hanno detto che lo stato arabo rischia di diventare come l’Etiopia degli anni 80 dove centinaia di migliaia di persone sono morte di fame a causa di un prolungata catastrofe umanitaria provocata dal conflitto armato .
La guerra in Yemen, iniziata il 26 marzo del 2015 dalla coalizione sunnita guidata da Riyadh, ha provocato finora circa 2,8 milioni di sfollati e più di 6.400 morti. Un bilancio, quanto mai temporaneo: nella sola giornata di ieri almeno 17 persone (tra cui 10 donne e una bambina) sono stati uccise in un attacco houthi su un affollato mercato di Taiz nella zona occidentale del Paese. I ribelli zaiditi (setta dello sciismo), che da mesi assediano la città, avrebbero colpito l’area con dei razzi nel primo pomeriggio quando un gran numero di cittadini era nelle strade del suq per fare le ultime compere in vista del mese sacro islamico del Ramadan che inizierà la prossima settimana.
Secondo quanto ha riferito all’Afp Abdel Rahim al-Samei, membro del comitato medico della città, i razzi dei ribelli avrebbero colpito anche una fermata degli autobus e danneggiato alcuni edifici. Il numero delle vittime di ieri a Taiz – provisorio perché molti feriti destano in condizioni definite disperate – è stato il più alto da quando l’Onu ha dichiarato il cessate il fuoco lo scorso 10 aprile nel tentativo di facilitare il processo di pace che sarebbe iniziato la settimana successiva in Kuwait.
Ieri, intanto, l’esercito statunitense ha reso noto di aver compiuto quattro raid aerei in Yemen negli ultimi mesi (l’ultimo dei quali lo scorso 19 maggio) in cui sono rimasti uccisi 15 jihadisti...
(Nena News)

Commenti

AIUTIAMO I BAMBINI DELLA SCUOLA DI AL HIKMA

Post più popolari

facebook