La Russia fornirà assistenza militare alla Siria in caso di attacco USA...

Di Redazione IBTimes Italia | 06.09.2013 16:12 CEST
La situazione continua a prendere una brutta piega intorno alla Siria: il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che la Russia fornirà assistenza alla Siria nel caso in cui dovesse subire un attacco esterno.
Il Mediterraneo orientale è stato oggetto negli ultimi giorni di un potenziamento degli schieramenti: Mosca ha infatti inviato una quarta nave verso le coste della Siria (e si parla già di una quinta), tutte pronte a supportare le difese anti aeere siriane nell'eventualità in cui le cinque navi statunitensi dovessero decidere di lanciare un attacco in seguito a un ordine di Barack Obama.
Nel corso della conferenza stampa nel corso della G20 di San Pietroburgo Vladimir Putin ha anche aggiunto che il lancio di agenti chimici, ammesso che ci sia stato, è stato effettuato più probabilmente dai ribelli e non dal regime di Bashar al Assad.
Sono infatti i ribelli, secondo la visione russa, ad avere vantaggi da un intervento esterno, poiché il regime di Assad è attualmente in vantaggio, grazie anche al supporto degli Sciiti libanesi di Hezbollah: negli ultimi mesi è stata ripresa la città chiave di Qusayr, mentre sembra questione di giorni la riconquista di Homs dalle mani di un esercito ribelle (se ancora così può essere definito, visto che è dominato dall'anarchia, da criminali comuni e da Al Qaida) sempre più alla sbando e male armato.
Per questo motivo l'uso di agenti chimici deve essere visto come una provocazione da parte dei ribelli, secondo Putin.
Nonostante l'incontro di venti minuti fra Obama e Putin, tenutosi a margine della cena di giovedì sera, le due potenze sembrano essere intenzionate a mostrare i muscoli, visto che la diplomazia, soprattutto (ma non esclusivamente) per colpa dei veti di Russia e Cina, è bloccata nei corridoi del palazzo di vetro di New York.
Crollano i mercati dai massimi nel timore che saranno le armi a parlare per prime, con probabilità crescenti di espansione del conflitto nella regione e forse anche peggio. Il regime siriano può infatti godere dell'appoggio militare della Russia, oltre che dell'Iran e dei libanesi di Hezbollah, e un supporto politico da parte della Cina, che però sembra avere principalmente a cuore l'economia (e dunque la via diplomatica, almeno in teoria); gli Stati Uniti hanno invece l'appoggio (anche non militare) di Francia, Canada, Turchia, Israele e Giordania. Gli altri paesi europei invece insistono sulla necessità che siano le Nazioni Unite a intervenire.

(International BusinessTimes)

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