Guerra in Siria, la mediazione del Vaticano con gli Usa...

Il papa vuole evitare il conflitto. Scrive a Putin. E triangola con McDonough. Il cattolicissimo capo dello staff di Barack. 

di Cinzia Franceschini
Se la telefonata sia realmente partita non si sa: il Vaticano si è affrettato a smentire chepapa Francesco avesse chiamato il despota siriano Bashar al Assad. Ma la notizia, divulgata dal quotidiano argentinoClarin il 5 settembre, secondo cui il pontefice voleva persuadere il presidente «ad adottare una strategia più conciliante con i ribelli», non ha stupito chi da giorni segue le mosse di Bergoglio.
DALLA LETTERA AL DIGIUNO. Tra diplomatici e uomini di potere, sono in tanti ad aver sentito la voce di Jorge Bergoglio da quando la crisi siriana si è aggravata.
L’ultimo appello alla diplomazia è stata la lettera indirizzata a Vladimir Putin, padrone di casa del G20 in corso e ferreo alleato di Assad. Ma Francesco ha anche indetto una giornata di digiuno sabato 7 settembre, alla quale hanno aderito uomini di potere e fede in tutto il mondo. Compreso quelli vicino alla Casa Bianca. Dove l'offensiva di pace del papa ha fatto squillare il telefono più di una volta.

McDonough, l'uomo dalla grande fede che fa da sponda a Bergoglio

Secondo i bene informati, dall'inizio della settimana il pontefice è in contatto con alcuni stretti collaboratori del presidente degli Stati Uniti. Un nome tra tutti: Denis McDonough, il capo di gabinetto di Barack Obama.
IL CONTATTO TRA OBAMA E IL PAPA.È su di lui che Jorge Bergoglio avrebbe triangolato per cercare di prendere tempo sull'attacco in Siria. Nessuno sa se e cosa si siano detti, ma è certo che, come ha rivelato il Wall Street Journal, prima di decidere di chiedere al Congresso di votare sull’attacco in Siria, Obama abbia trascorso 45 minuti con McDonough, in una lunga chiacchierata-camminata necessaria a schiarire le idee.
UNA VITA DI CHIESA. D'altronde, per la sua storia personale e politica il capo di gabinetto di Obama è la persona adatta per fare da mediatore tra Bergoglio e la Casa Bianca. Cresciuto in Minnesota in una famiglia numerosa di ferreo credo cattolico, è uno dei politici americani più impegnati nel far emergere le posizioni del cattolicesimo sociale.
IL LEGAME CON L’ESTABLISHMENT. McDonough, 43 anni, si è laureato alla Saint John's University, una delle più influenti università cattoliche degli Stati Uniti, che negli anni ha sfornato politici di razza tra cui Mario Cuomo, ex governatore di New York, e William Casey, già capo della Cia, spesso amici tanto tra i banchi di scuola quanto nei corridoi di Washington.
McDonough è noto anche per il suo sostegno a Catholics United, organizzazione no-profit che promuove i valori della solidarietà cristiana nel dibattito politico. E che, con discrezione, porta le istanze della chiesa nelle stanze del potere.

La linea del Vaticano passa anche per Biden e Viganò

Non è un caso che la nomina di McDonough a capo di gabinetto, nel gennaio 2013, sia stata salutata con soddisfazione dal direttore dell'associazione James Salt.
LA LINEA DEL VATICANO. Il braccio destro di Obama, esperto di politica estera, sulla Siria ha una posizione vicina a quella del Vaticano.
Nel 2012, quando la situazione in Medio Oriente era già bollente, in numerosi incontri aveva chiesto di tenere gli Stati Uniti fuori da un conflitto perché sarebbe stato un «intervento impopolare», per gli alti costi sia economici sia umani.
Un'opinione che ha di sicuro influito nelle decisioni di Barack Obama: inclusa l’indecisione, che molti hanno dipinto come debolezza. Il presidente ha temporeggiato, scegliendo poi di passare per il Congresso, in linea con le idee di McDonough. E del Vaticano.
LA CHIESA POCO ROMANA. Il capo di gabinetto di Obama, comunque, non è l'unico uomo vicino alle posizioni della Santa Sede ad avere un ruolo di primo piano a Washington. Lo stesso Joe Biden, vice-presidente, è un cattolico praticante. Mentre a rappresentare il Vaticano nella capitale americana c'è il nunzio Carlo Maria Viganò, un uomo di peso della Chiesa cattolica.
La loro azione congiunta, nel momento in cui la chiesa cattolica è meno romana che mai sotto la guida del papa «venuto dalla fine del mondo», potrebbe avere un ruolo cruciale sul destino del Medio Oriente.
Giovedì, 05 Settembre 2013
(Lettera 43)

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