STORIE di tutti i giorni... sono rimaste tre bambole e una rosa...

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Talbisah – Homs, 10 maggio 2013
Ciò che resta delle mura di casa, una volta bianche e piene di quadri, non è che una distesa sconsolata di macerie piene di fuliggine. Il silenzio è tagliente; gli unici rumori che si avvertono sono quelli  dei passi che si muovono esitanti sopra i calcinacci per scattare qualche foto e documentare, così che il mondo non dica, un giorno, che non sapeva.
Non c’è più un’anima in tutto il quartiere; la gente qui o è morta, o è andata da parenti in altre zone. In questa casa non resta più nulla, non è più nemmeno una casa. C’è un muro, però, meno distrutto degli altri: sopra vi è rimasto appeso uno scaffale; sullo scaffale sono rimaste tre bambole e una rosa: in mezzo alle bambole un buco, provocato da uno sparo, la firma di una violenza indicibile. Anche le bambole sono annerite, come è annerita la coscienza di chi ha commesso questo scempio.
Se quelle bambole parlassero, racconterebbero di un’umanità disumanizzata e si chiederebbero se davvero esiste quella cosa impalpabile e immateriale chiamata coscienza...

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