Siria:vertice Paesi amici Istanbul, irrompe fattore Al Qaida Per Parigi e Londra usate armi chimiche, Washington prudente...

(Di Francesco Cerri) (ANSAmed) - ISTANBUL, 19 APR - Mentre dall'Onu arriva un nuovo allarme umanitario e in Siria una soluzione militare rimane lontana, Istanbul domani accoglie il vertice degli 'Amici della Siria', i 10 paesi occidentali e musulmani che appoggiano i ribelli, in un clima reso piu' complicato dalla recente conferma dell'affiliazione ad Al Qaida del Fronte al Nusra. Oggi Francia e Regno Unito hanno consegnato all'Onu un documento nel quale affermano che le forze governative hanno usato armi chimiche ad Aleppo e Homs. Una informazione presa con grande prudenza dagli Usa. Parigi e Londra sono per una revoca dell'embargo sulle armi ai ribelli, peraltro gia' ampiamente aggirato. Secondo fonti diplomatiche europee ad Ankara, Francia e Regno Unito premono cosi' sugli Usa, che piu' volte hanno dichiarato che l'uso di armi chimiche in Siria e' una 'linea rossa' che, se superata, potrebbe fare scattare misure militari.

Damasco pero' afferma che sono stati i ribelli ad avere usato armi chimiche a Khan al Asal vicino ad Aleppo. Turchia e Qatar, i due paesi musulmani piu' impegnati al fianco dei ribelli sunniti - e anche dei gruppi jihadisti, secondo Damasco e l' opposizione turca - arrivano all'appuntamento dei ministri degli esteri dei '10' con la richiesta di un maggiore coinvolgimento militare. Il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu ha detto oggi che occcore decidere ''passi concreti'' e imporre ''corridoi umanitari''. Ankara, secondo le stesse fonti, e' per zone di esclusione aerea sulle aree controllate dai ribelli.

Ma stando al Wall Street Journal l'amministrazione Obama, preoccupata dalla crescita dei movimenti jihadisti, non vorrebbe favorire una vittoria militare oggi dei ribelli, per il rischio che il paese cada nelle mani sbagliate. Al Qaida ha confermato di voler creare in Siria - dove continuano a affluire jihadisti stranieri - un emirato islamico.

Una posizione che sembra riflettersi anche nelle dichiarazioni alla Bbc del premier israeliano Benyamin Netayahu, che ha parlato di un ''quadro complicato'' in Siria, dove ''i cattivi combattono contro i cattivi''. Il pericolo maggiore per Israele ha confermato e' che le armi chimiche o sofisticati missili anti-aerei cadano in mano ad Al Qaida. Al Nusra, responsabile del rapimento all'inizio del mese di quattro giornalisti italiani vicino a Idlib, ora controlla direttamente alcune aree nel nord del paese dove appare in posizione di forza rispetto all'Eserito Siriano Libero.

Il presidente siriano Bashar al Assad mette in guardia contro un futuro contagio jihadista nei paesi vicini - Libano, Giordania, Turchia - mentre il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov si dice ''molto preoccupato'' per la crescita in Siria dei gruppi armati vicini a al Qaida.

Il segretario Nato Anders Fogh Rasmussen intanto ha detto oggi di auspicare una ''soluzione politica''. Ma non e' detto che sia ancora possibile. Questo mentre il Consiglio di Sicurezza Onu, in una rara risoluzione di consenso, ha denunciato le diffuse violazioni dei diritti umani dei due campi in Siria, e chiesto che ''cessi immediatamente'' una violenza giunta a livelli ''inaccettabili''..

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