Brutta negra vattene o ti uccido: razzismo a Trento contro un'allevatrice etiope...


Agitu Ideo Gudeta vive in Val dei Mocheni. La Reuters le aveva dedicato un servizio indicandola come esempio di integrazione. Ma lei già sentiva intorno l'odio xenofobo.


Di lei Globalist aveva già parlato (ma in positivo) lo scorso 22 luglio dopo che la Reuters le aveva dedicato un bellissimo reportage indicandola come esempio di integrazione e laboriosità.
Ma già all’epoca lei aveva detto di cominciare a sentirsi meno sicura dopo l’ondata xenofoba che aveva avvertito.
Adesso l’etiope Agitu Ideo Gudeta, si è dovuta rivolgere ai carabinieri perché vittima di continue intimidazioni razziste a Frassilongo, in Val dei Mocheni.
La donna è la titolare dell’azienda agricola "La capra felice". Arrivata in Italia a 18 anni, da qualche anno si è trasferita in Trentino, dove ha messo a frutto gli insegnamenti sull'allevamento dei nonni. Nella zona è conosciuta come la "regina delle capre felici": 180 quelle di cui si prende cura. Da tempo, però, subisce minacce, aggressioni e danneggiamenti da parte di un vicino.
Agitu ha raccontato ai giornali locali di essere stata avvicinata dall'uomo che abita non lontano dalla stalla da lei acquistata un anno fa, quando si spostò dalla Val di Greste alla Val dei Mocheni. Sarebbe stata poi aggredita alle spalle mentre era sola e stava pulendo la mungitrice. "Ti uccido, te ne devi andare brutta negra, questo non è il tuo posto", le avrebbe detto l'uomo. L'allevatrice ha raccontato anche di essere stata presa per il collo e di essere riuscita a colpire l'aggressore all'inguine prima di scappare.
La seconda aggressione risale a meno di dieci giorni fa. "Era il tardo pomeriggio e mi trovavo al pascolo, quando mi ha raggiunto in moto. Quando è sceso dal mezzo e ha iniziato ad avvicinarsi a piedi, ho impugnato il cellulare per filmare l’accaduto", ha raccontato a L'Adige. "Quando ha alzato la mano mi sono difesa col bastone, ma è riuscito a strapparmelo di mano e sono caduta a terra. Così ha iniziato a premere il legno sul collo. Schiacciava e gridava 'Io ti uccido'. Con tutta la forza che avevo in corpo ho usato i piedi per allontanarlo e ho chiamato le forze dell’ordine".
Già nel giugno dell'anno scorso, l'uomo avrebbe dato alcuni segnali di intolleranza. Non solo nei confronti di Agitu, ma anche del suo dipendente e di un richiedente asilo che lavora in azienda come tirocinante. "Loro sono di colore come me, e quell'uomo si è messo in testa che dobbiamo andarcene. Da un momento all'altro abbiamo perso la nostra libertà".
La Cgil del Trentino ha espresso "solidarietà e vicinanza" all'allevatrice. "Quanto ha denunciato - si legge in una nota - è la dimostrazione di un clima di odio e razzismo che si sta diffondendo anche sul nostro territorio. Un clima alimentato da chi, anche ai vertici delle istituzioni statali, addita ogni giorno gli stranieri come causa di ogni problema, usando parole e adottando atteggiamenti pericolosi perché contribuiscono a creare terreno fertile per nuove discriminazioni, minacce e aggressioni".
La Procura di Trento è stata informata dell'episodio. I carabinieri stanno effettuando ulteriori accertamenti...

(Globalist)

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