Latina, Sabaudia, Terracina: il triangolo degli schiavisti. Bastone e mezzo euro l’ora per migliaia di sikh...



di Lucio Fero
ROMA – Latina, Sabaudia, Terracina: il triangolo degli schiavisti. Schiavisti italianissimi, italiani doc.

Tendenzialmente molto amanti della legge e dell’ordine e molto propensi, quando votano, a premiare i partiti che decisamente sono contro l’immigrazione e che strenuamente difendono l’italianità dalle molestie, fastidi, insicurezza e minacce che gli immigrati portano.

Latina, Sabaudia, Terracina: qui di immigrati ce n’è migliaia. Sono tutti regolari, con regolare permesso di soggiorno. Sono arrivati in Italia per il canale legale, quello che sta bene anche a Salvini-Meloni. Il legale canale della richiesta di manodopera all’estero prima ancora di partire. Sono immigrati che per venire in Italia hanno fatto le carte regolari, hanno avuto il timbro regolare, l’Italia li ha chiamati a lavorare. E per venire a lavorare in Italia hanno pagato migliaia di euro agli intermediari.

A chiamarli a lavorare sono state centinaia, migliaia di italianissime aziende che nell’Agro Pontino vanno di agricoltura e indotto dell’agricoltura. E loro gli immigrati sono arrivati, da anni. Sono quasi tutti di religione sikh. Nei campi sono tenuti a chiamare “padrone” chi li paga. Paga che oscilla tra il mezzo euro l’ora e i quattro euro l’ora. Per una dozzina di ore al giorno fa da sei a dieci euro al giorno. Come dieci euro? Quattro euro l’ora per 12 ore non fa 48 euro? Non qui nell’Agro Pontino, qui più di dieci euro comunque il “padrone” non paga.

Padrone che quando gli garba rilascia anche regolari buste paga. Una di queste buste paga ad esempio è l’asse del racconto di Niccolò Zancan che per La Stampa è andato a vedere come stanno le cose e l’asse del racconto di Marco Omizzola, un sociologo che per aver raccontato troppe cose si è visto l’auto sfasciata, il suo nome insultato allo stadio e che conosce l’ostracismo della brava gente della zona.

Non sta bene infatti raccontare che i padroni usano nei campi i bastoni per badare che lavoro e lavoranti tirino dritto. Non sta bene raccontare che per reggere i ritmi di lavoro i sikh usino anfetamine e varie. Non sta bene raccontare di quella busta paga, 164 euro in un mese, 164 euro per 12 ore di lavoro al giorno. Non sta bene raccontare che chi ha avuto quella busta paga si è impiccato. E che come lui altri dieci, almeno, sikh si siano suicidati. Suicidati come fanno gli schiavi quando la disperazione sopravanza perfino l’istinto di sopravvivenza.

Non sta bene raccontare che qui, tra Sabaudia delle dune e del mare e delle vacanze e della piazza e dell’architettura e della nostalgia del Duce e Terracina della barche e della pesca e del Parco del Circeo e Latina delle mille imprese della terra e dei campi, non sta bene raccontare che qui che certamente è Italia brava gente italianissima tratta ogni giorno come schiavi migliaia di immigrati.

Immigrati che non rubano nelle case, non scippano in strada, non spacciano, non chiedono l’elemosina. E vengono trattati a bastone, padrone e 50 centesimi l’ora. No, proprio non sta bene farlo sapere...

(blitz quotidiano)

Commenti

Carlo Sansonetti ha detto…
Purtroppo, la pancia non si nutre di giustizia, ma solo di forti emozioni e solo a proprio vantaggio. Il resto si può anche non ascoltare, lo si può insultare, perché la pancia me lo chiede

AIUTIAMO I BAMBINI DELLA SCUOLA DI AL HIKMA

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