Siria...Aeham Ahmad il pianista di Yarmouk: dare voce a chi voce non ce l’ha...




Chissà che fine ha fatto il nostro meraviglioso pianista tra le macerie Aeham Ahmad...


di Doriana Goracci 

Tre anni fa, lui palestinese nato nel 1988, viveva nel campo profughi di Mukhayyam al-Yarmouk alla periferia di Damasco, in Siria. "All'inizio dell'assedio volevo rinunciare alla musica, restare neutrale nel conflitto siriano. Vendevo falafel, e tenevo la musica chiusa nel cuore. Ma dopo sei mesi, non riuscivo più a contenerla: era più forte di me. Perciò ho ripreso il mio piano, l'ho fissato sul carretto dello zio ortolano, e ho cominciato a trasportarlo fra i quartieri più deprimenti per ridare speranza"

                                        

Oggi vive nella cittadina tedesca di Wiesbaden, è un rifugiato politico: "in Germania trova rifugio in un vecchio motel abbandonato, dove c’è un pianoforte. Ricomincia a fare ciò che faceva a Yarmuk, suona e canta per i bambini sballottati dall’esilio. Riprende a suonare, inizia a fare concerti e riceve un premio per il suo impegno a favore dei diritti umani. Realizza anche un disco (che uscirà a breve), incontra Angela Merkel, Martha Argerich, conquista il premio Beethoven. I giornali internazionali fanno a gara per intervistarlo..."

                                        


La Rai, con Porta a Porta, ne ha riparlato a giugno scorso. Il "pianista di Yarmouk" è stato anche da noi in Italia, come al teatro Palamostre di Udine, qui l'intervista.  
Video straordinari, come la sua giovane vita e storia.Bisogna crederci nel bene della cultura e credere nella forza dell' Umanità.


(AgoraVox)

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