Papà in Francia, mamma bloccata in Libia: appello per il piccolo Cisse...




A Corigliano è arrivato da solo Cisse Namory Cheik, un ivoriano di cinque anni.



Appello al ministro dell'Interno Marco Minniti, alle autorità libiche e francesi ed al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, in favore di Cisse Namory Cheik, il bambino di cinque anni originario della Costa d’Avorio arrivato da solo a Corigliano in uno degli ultimi sbarchi avvenuti nel porto della cittadina calabrese. A lanciare l’appello è Franco Corbelli, delegato regionale per la promozione e la tutela dei diritti umani che: “Il bambino ivoriano ha la mamma rinchiusa in uno dei campi lager in Libia mentre il papà si trova in Francia. La mamma è bloccata in Libia perché non ha i soldi per pagarsi la traversata del Mediterraneo a bordo delle carrette del mare. Il piccolo Cisse  è stato affidato dalla madre ad un amico, un compagno di viaggio che lo ha messo su un barcone per farlo arrivare in Italia”.

Al porto di Corigliano gli operatori sociali hanno scoperto la storia di questo bambino, divenuto la mascotte della nave che lo trasportato in Italia e della polizia di Stato che si è presa cura di lui al momento dello sbarco. Corbelli ha annunciato che presto anche il governatore Oliverio gli farà visita a Rossano dove ora è assistito da una famiglia che lo ha accolto a braccia aperte. “Chiedo al ministro Minniti di intervenire con le autorità libiche e francesi – esorta Corbelli –. Anche il governatore Oliverio solleciterà subito un intervento delle istituzioni perche il piccolo ivoriano possa riabbracciare i genitori”. Intanto Oliverio ha incontrato i minori migranti che, in queste ultime settimane, sono sbarcati a Corigliano. Oltre un centinaio di ragazzi a cui ancora non si è trovata una sistemazione.  “Ho ascoltato le loro voci ed ho parlato con gli operatori della cooperativa che si prende cura di loro  - afferma il presidente della giunta regionale calabrese - Quella dei minori non accompagnati è la faccia più drammatica di un fenomeno con il quale si devono fare i conti, evitando demagogie, populismi che lasciamo agli irresponsabili che tendono ad alimentare paure e strumentalizzazioni”.

Secondo Oliverio, “per affrontare degnamente l’emergenza dei minori non accompagnati è necessaria una politica, sono necessari strumenti, impostazioni di integrazione e accoglienza che siano commisurati alla dimensione del fenomeno stesso”. Il governatore sottolinea: “In questo senso il ministro dell'Interno sta facendo uno sforzo importante per coniugare la risposta di accoglienza alle esigenze di sicurezza. In Calabria si sta facendo tanto ed un ringraziamento va ai prefetti, ai sindaci, alle forze dell'ordine, per il lavoro, l'impegno e la sinergia che stanno mettendo in campo in questo contesto di straordinaria emergenza”.

Quando arrivano migliaia di persone - ribadisce Oliverio - cosa possono fare sindaci, presidenti di Regione, istituzioni se non caricarsi del problema e affrontarlo. Non possono girare la testa dall'altra parte. Ecco perché la demagogia deve essere lasciata agli irresponsabili. È indispensabile una strategia per l'Europa che, sulla questione, è necessario cambi passo. Occorre aiutare queste donne E questi uomini ad uscire dalla condizione di sofferenza cui sono costretti nei paesi di provenienza. Bisogna governare la situazione, nel rispetto della dignità delle persone e in una dimensione umanitaria”.
La Calabria come terra di frontiera, di primo approdo, vuole dare un contributo in questo momento di grave emergenza umanitaria per i popoli del Mediterraneo”. (msc)

(Globalist)

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