Napoli, violentata a 15 anni in spiaggia. Trova i colpevoli su Fb...




L’aggressione a Marechiaro. La ragazza di via Petrarca si confida con un’amica e denuncia: indagati tre minori | RACCONTO CHOC «Tra la folla mi sentivo sicura»


                                                         Due degli indagati sul loro profilo Facebook




Aveva gli occhi spenti e del suo sorriso smagliante non era rimasto nulla. I capelli bruni e lunghi che prima aveva raccolto in uno chignon erano invece sciolti e spettinati. Camminava a passo veloce per raggiungere i suoi amici mentre alle sue spalle ancora sentiva sghignazzare quei ragazzi poco più grandi di lei, ma esili nel fisico da sembrare quasi bambini. Allo «scoglione» di Marechiaro, in pieno giorno, di domenica, una ragazzina di via Petrarca, di quindici anni, è stata stuprata da un diciassettenne e due sedicenni, di Capodichino e Forcella, adesso accusati di violenza sessuale di gruppo. Il pubblico ministero della procura dei Minori, Francesco Cerullo, ha chiesto al gip di ascoltare la vittima nel corso di un incidente probatorio, così da poter cristallizzare il suo racconto, le immagini e i dettagli di quella domenica dell’orrore, e usare quelle parole nel corso di un processo contro i tre ragazzi. Le prime indagini, con coraggio, le ha fatte proprio lei usando Facebook e ribellandosi alla violenza subita.
Individuati sul social network
Ed è così che ha riconosciuto e individuato i suoi aggressori. Li ha mostrati a sua madre dopo che un’amica con la quale si era confidata, l’aveva aiutata a raccontare tutto a sua madre, perché lei da sola non ci riusciva. E poi, dopo, è stato più facile denunciare ogni cosa ai carabinieri portando anche nomi e volti a supporto di un racconto crudo e sconvolgente. Il branco. Adesso dovrà nuovamente guardare quei volti, forse per l’ultima volta, in un riconoscimento di persona che il pm ha disposto, dopo il suo interrogatorio alla presenza del giudice, degli psicologi e dell’avvocato dei ragazzi indagati, il penalista Matteo De Luca dello studio Krogh, che alcuni particolari, da lui stesso definiti importanti, li ha ricostruiti in maniera differente rispetto al racconto della ragazza e li rappresenterà al pubblico ministero già nelle prossime ore. Ieri uno dei ragazzi, un sedicenne di Forcella che nella vita fa il barista, indicato dalla vittima come l’unico con il quale è stata costretta ad un rapporto sessuale completo, è stato sottoposto al tampone salivare per il Dna. Sarà confrontato con residui di liquidi ritrovati sul e nel corpo della quindicenne. La terribile storia risale a domenica 28 maggio. Allo «scoglione» di Marechiaro, dove ci si arriva a nuoto o con barchette di pescatori, c’erano tantissime persone.
Una scusa per «isolare» la ragazza
Tra loro anche la quindicenne con un gruppo di amici e i tre ragazzi, che si conoscono tra loro sin da bambini e che hanno un amico in comune nel gruppo della ragazza presa di mira. Una parola, una battuta, qualche bibita fredda e poi l’invito a spostarsi per poter ripararsi dalla calura. La quindicenne decide di andarci, perché con lei c’era anche un suo amico, poi sparito nel nulla. Forse era una trappola, ma quello che è successo dopo, lei lo ha raccontato ai medici dell’ospedale quando si è fatta visitare. Aveva delle abrasioni e le sono stati fatti dei tamponi vaginali i cui risultati saranno comparati con il Dna di uno degli indagati. I due ragazzi di Capodichino prima l’hanno denudata e poi hanno provato ad abusarla. Non ci sono riusciti. C’è riuscito invece il ragazzo di Forcella che ha consumato il suo «pasto» ed è andato via dopo aver schiacciato il volto della ragazza al muro, prendendola per la nuca...

(Corriere della Sera Cronaca)

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