Mumbai, zone no-selfie nella capitale mondiale della morte da autoritratto...
La metropoli indiana, 18 milioni di abitanti, guida con 46 casi la tragica classifica. Di qui la decisione di vietare la popolare pratica in 16 aree considerate più a rischio. A cominciare dal forte di Bandra costruito dai portoghesi nella baia di Mahim, circondato da bassi muraglioni e scogli non protetti. Dove a gennaio cadde in mare una 18enne, che annegò assieme all'uomo che tentò di salvarla
di RAIMONDO BULTRINIBANGKOK - "Incornicia la tua mente prima che il selfie diventi la tua ultima cornice". L'ufficio del turismo di Mumbai aveva cominciato con avvisi come questo a tentare di mettere un freno al fenomeno delle decine di "selfisti" che hanno perso la vita in città negli ultimi anni durante un autoscatto pericoloso. Tipici dello stile sarcastico usato anche dalla polizia per mettere sull'avviso guidatori ubriachi o distratti, gli slogan non sono però serviti a molto, e diversi studi hanno dimostrato che la capitale commerciale dell'India, la Maximum city da 18 milioni di anime, con 49 casi è alla testa di ogni classifica mondiale per morti di moda da autoritratto sul cellulare.
Da qui la decisione della polizia di istituire 16 "No selfie zone" in tutta la città, a cominciare dal celebre forte di Bandra costruito dai portoghesi nella baia di Mahim, circondato da bassi muraglioni e scogli non protetti. Qui a gennaio finì in mare una Post Millennial, come molte tra le vittime accertate, una brillante studentessa di college 18enne di nome Tarannum, scivolata in acqua per un selfie azzardato. Per tentare di salvarla un uomo, Ramesh Walunji, padre di famiglia con tre bambini piccoli, si era gettato nella infida baia di Mahim, ma nemmeno lui ce l'ha fatta a risalire per le forti correnti sotterranee. La moglie dichiarò alla stampa di temere che il sacrificio di suo marito non sarebbe stato di nessuna lezione ai più giovani.
Facile profeta nei mesi successivi i casi si sono accumulati e a maggio la laureanda di ingegneria Meenakshi Rajesh, 21 anni dal Tamil Nadu, annegò sulla costa di Bandstand mentre faceva un selfie con la madre e la sorella sopra una roccia travolta dall'onda. Stessa sorte a giugno per un'altra studentessa 17enne, Priti Pise, scomparsa tra i flutti lungo la iconica Marina drive di tanti film di Bollywoods, tempestosa in tempo di monsoni. Priti era salita sopra al parapetto quando è stata inghiottita dal mare e portata al largo. Era venuta con gli amici dal quartiere Vip di Chunabhatti a godersi l'oceano rigonfio e i cieli di nube basse all'orizzonte come ottimo sfondo per un ritratto da spedire con un clic agli amici. Ma quando l'acqua alta è entrata nell'inquadratura era ormai troppo tardi. Anche Marina drive, almeno finché durano le grandi piogge, sarà dichiarata con degli appositi cartelli off limits per gli autoimmolatori fotografici, assieme ad altre spiagge popolari per il passeggio del tramonto come Chowpatty, gli incroci a rischio e le stazioni principali dei treni.
Un'università americana della Pennsylvania e un istituto di ricerca di Delhi hanno calcolato che tra il marzo 2014 e il settembre 2016 nel mondo sono stati riportati 127 decessi connessi all'uso maldestro degli smart phone per le foto, in gran parte investiti nel traffico, sbilanciati nel vuoto, annegati. Secondo lo studio ben 76 casi sono successi in India, e di questi, come visto, due terzi nella sola Mumbai. La notizia non ha sopreso gli abitanti sconvolti dalla notizia dell'ultimo caso avvenuto il 9 luglio nello stesso Stato di Mumbai, sul lago Veena di Nagpur, dove ben 5 giovani appena laureati sono morti per essersi andati a fare una foto al centro del reservoire con un gruppo di 11. Solo sei si sono salvati a nuoto dopo che la barca che li aveva trasportati si è capovolta. Avevano appena postato su Facebook - scopo della loro spedizione - l'ultimo video di risa e allegria con una voce in lingua marathi che diceva: "Majjani life. Panicke bich me", ovvero "godendo la vita proprio al centro del reservoire", peraltro proibito ai natanti anche se nessuno si cura del divieto e non ci sono controlli.
La stretta annunciata in questi giorni dalla polizia di Mumbai prevede speciali squadre di ronda nei 16 luoghi scelti, e finora si limita a punire i trasgressori con l'equivalente in rupie di 17 dollari. Ha anche lanciato una campagna di twitter con altri giochi di parole come "Non prendere un selfie che prende la tua vita". Ma le iniziative di slogan e divieti hanno assai meno impatto di un fenomeno reso sempre più popolare dall'abitudine degli stessi Vip, dal primo ministro dell'India Narendra Modi alle star del cinema, ad autoimmortalarsi per accrescere i consensi. Intervistato da un giornale indiano allarmato,
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