La fine di Erika dopo una lite per le briciole sul tavolo...






di Elvira Serra
Adesso sappiamo che Erika è morta per un pugno di briciole. Perché aveva rimbeccato Dimitri, con cui era fidanzata dal 2009, per non aver pulito il tavolo dopo che lei aveva preparato i panini per una gita in gommone sull’isola di Tavolara. «Come al solito», pare gli abbia detto. Adesso sappiamo che Erika Preti, la ventottenne di Pralungo diplomata al liceo sociopsicopedagogico e commessa in un supermercato di Biella, ha smesso di vivere con due coltellate in gola perché il suo rimprovero è risultato insopportabile a Dimitri Fricano, 30 anni, il collezionista di lame («La rasatura — aveva scritto su Facebook — deve essere un vero e proprio rituale»). L’esteta Dimitri. Ora conta poco che la sua avvocata, Alessandra Guardini, dica: «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di arrivare alla verità, qualunque potesse essere. Questo anche nel rispetto di Erika e della sua famiglia, che non dovrà attendere per avere giustizia».
Conta poco perché adesso, dopo anni che parliamo di femminicidio e dopo che il conto delle vittime, dal 2012 a oggi, ha toccato quota 661, non possiamo accettare che un trentenne uccida la fidanzata durante una vacanza in Sardegna per un pugno di briciole. Di certo non lo accetteranno i genitori di Erika, Fabrizio Preti e Tiziana Sulman, che infatti si ribellano: «No, la versione della lite non ci convince. Non possiamo credere che la causa di tutto siano state due briciole sul tavolo». Tiziana, più di tutti, non potrà mai riuscirci. Perché tra le 11 del 12 giugno scorso, quando Erika le ha mandato l’ultimo sms in cui scriveva «Tutto bene. Baci», e le 11.18 dello stesso giorno, quando nel complesso Lu Fraili di San Teodoro è arrivata la prima ambulanza, in meno di venti minuti ha perso una figlia. Dimitri in queste settimane aveva sempre spergiurato il suo amore per la fidanzata. È crollato adesso, sotto il peso di quelle briciole...

(La Ventisettesima Ora)

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Tempi duri per le donne, come sempre ,,, ,,,

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