Il caso di un mormone radicale: 27 mogli e 145 figli. Ma adesso rischia la galera...




Winston Blackmore vive nella provincia canadese della Colombia Britannica: il caso però finità alla Corte suprema del Canada


Diego Minuti

Ci sono voluti oltre venticinque anni, dall'avvio delle indagini alla prima sentenza, ma alla fine la Corte suprema della provincia canadese della Colombia Britannica ha emesso il verdetto di condanna (la pena non è stata ancora stabilita, ma potrebbe arrivare sino a cinque anni di reclusione) nei confronti di due predicatori mormoni, a capo di altrettante sette, per avere violato la legge che vieta la poligamia. Il ''più colpevole'', se così si può dire, è Winston Blackmore del quale sono stati accertati matrimoni con 27 donne, che gli hanno riempito la casa (e non è una frase fatta) di 145 figli, molti dei quali ora hanno formato altre famiglie.
Un altro imputato, il reverendo James Oler è stato molto più moderato, avendo sposato solo cinque donne, dalle quali ha avuto un numero di figli che la stessa polizia non è però riuscita a quantificare.
Il tratto comune dei due imputati, oltre alla pratica della poligamia ed alla qualifica di reverendo, è quello di fare parte di una piccola comunità di mormoni stanziati a Bountiful, nel sud-est della Provincia.
Non è stato un processo spedito perché i due imputati si sono difesi strenuamente appellandosi alla propria libertà di praticare una religione e, se essa consente la poligamia, non si può per questo essere condannati. Una posizione controversa – poiché infrange una legge dello Stato canadese -, ma che ha costretto i giudici a sentire non solo gli investigatori che hanno condotto le indagini sulle due sette e una delle ex mogli di Blackmore, Jane (allontanatasi dalla comunità nel 2003 e che ha acconsentito a raccontare la sua emblematica vicenda), ma anche esperti della religione mormone, che hanno spiegato le dinamiche che si dispiegano all'interno del culto e delle comunità che ad esso si riferiscono.
I mormoni tradizionalisti sono quelli che appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni, fondata nel 1830 da Joseph Smith (assassinato con il fratello nel 1944) e che ha il suo cuore a Salt Lake City, nello Utah.
Blackmore e Oler hanno seguito i filoni più integralisti della religione mormone, quali quello di Warren Jeffs , che ha sposato più di cento donne – sul numero dei figli si fanno solo ipotesi - e che si trova recluso in un carcere texano per una storia di aggressioni sessuali a due delle sue compagne-bambine.
Ma sia Blackmore che Oler sono stati scomunicati da Jeffs, il che la dice lunga sui comportamenti tenuti dai due. Quindi, davanti a più giudici ed a più corti, c'è stata una battaglia durissima portata avanti dai difensori dei due predicatori, che hanno ribadito che quanto Blackmore ed Oler hanno fatto rientra nell'alveo delle prescrizioni di una religione riconosciuta dallo Stato che quindi deve essere accettata senza che chi la pratica si veda imposte preclusioni o esclusioni.
Ma la sentenza della corte suprema della Colombia Britannica potrebbe non avere scritto la parola fine al procedimento, perché la difesa di Blackmore ha annunciato la sua intenzione di rivolgersi questa volta alla Corte suprema canadese.
In attesa che la giustizia abbia il suo corso, quale che esso sia, Blackmore è tornato alla sua famiglia, che definire allargata è molto riduttivo. Mesi fa è stato girato un documentario sulla vita della ''famiglia Blackmore'' che forse voleva essere un atto d'accusa, ma la cui visione lascia ancora oggi perplessi. Perché le decine di donne che hanno sposato Blackmore – per propria volontà o perché non potevano evitarlo – parlano di lui come del padre perfetto, del collante di una famiglia che più felice non potrebbe essere, tra la colazione cui partecipano festanti decine e decine di bambini, tutti biondi, ben vestiti e paffuti, e i riti comunitari, come i matrimoni, cui Blackmore assiste defilato con il distacco del perfetto patriarca...

(Globalist)

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