Centinaia di cadaveri nelle celle frigo in Libia: "Erano dell'Isis, non li vogliamo"...




Ventiquattro stati "arabi e stranieri" si rifiutano di ritirare le salme di propri cittadini partiti per combattere per il Califfato



Il diritto, da qualsiasi ceppo provenga, e la pietas sono stati uccisi e messi in freezer insieme ai cadaveri di centinaia di foreign fighters dello Stato Islamico (Isis), parcheggiati nelle celle frigorifere in Libia.

Ventiquattro stati "arabi e stranieri" si rifiutano infatti di ritirare le salme di propri cittadini partiti per combattere nelle fila del Califfato e uccisi un anno fa nei combattimenti per la liberazione di Sirte nel Nord del Paese. Lo hanno detto le forze libiche che fanno capo al governo d'Accordo nazionale di al Sarrāj, riconosciuto dalle Nazioni Unite.
"Le autorità di sicurezza continuano a trattenere centinaia di cadaveri di elementi dell'Isis dalla fine delle operazioni di Sirte e questo perchè molti Stati rifiutano ad oggi di ricevere le loro salme", è scritto nel testo di un comunicato diffuso da al Bayan al Marsus, secondo cui si tratta di "salme di persone appartenenti a circa 24 Paesi arabi e stranieri".

"Le generalità dei fonfamentalisti uccisi sono state accertate tramite l'esame del Dna. Da circa un anno i corpi sono conservati in celle frigorifere, alcune delle quali non sono in funzione a causa della ripetuta interruzione della corrente elettrica", si è precisato nel comunicato che non rivela però né le nazionalità né il numero esatto dei combattenti uccisi...

(Globalist)

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