Alen, schiava dell'Isis a sei anni: il sorriso più bello del mondo dopo la libertà ritrovata...




La piccola è stata liberata lo scorso 11 luglio dopo tre anni di prigionia e di violenze



Ha nove anni ed è il volto dell'innocenza. Ma quando ne aveva sei è stata rapita e fatta diventare schiava dai tagliagola dello Stato Islamico che per tre anni l'hanno trattata brutalmente, incuranti del fatto che si trattasse di una bambina tanti innocente quanto indifesa.
Solo lo scorso 11 luglio la piccola Alen Ahmand è stata liberata dai curdo-siriani che stanno combattendo contro lo Stato Islamico nel nord della Siria ed è sana e salva a Kobane, la città dell'eroica resistenza all'aggressione jihadista. E si è potuto conoscere questa ennesima storia di violenza.
Alen era stata rapita dopo l'attacco nei territori degli yazidi, avvenuto il 15 agosto 2014. In quei giorni molti uomini furono giustiziati e molte donne e bambini rapiti e portati in Siria, mentre altre sono state tenute nell'area di Mosul.
Le storie di questi ostaggi sono purtroppo molto simili: trattati in modo inumano, fatte diventatare schiave, comprate e vendute come se si trattasse di merce.
Alen era stata rapita con tutta la famiglia, ossia padre, madre e altri due fratelli. Prima tutti furono portati ad al-Tabqa. Ma dopo un anno di prigionia Alen fu separata dalla sua famiglia e costretta a camvbiare il nome da Alen in Aya, perché a quelli dell'Isis suonava come troppo curdo. A quel punto, nonostante avesse sette anni, la piccola è stata costretta a indossare il velo nero imposto ai grandi sotto il pretesto della "legge islamica".
Così "islamizzata" e schiava la piccola è stata mandata nella casa di un emiro chiamato Abu Muhanad e costretta a lavorare come domestica. Una piccola schiava maltrattata non solo dagli uomini, ma anche dalla moglie del sedicente emiro che la costringeva a lavorare dalla mattina alla notte e non mancava di picchiarla quando non era soddisfatta del suo rendimento.
Per sua fortuna la piccola Alen è stata liberata dalle Forze siriane democratiche. Felice ma ferita e con il cuore spezzato: "Mi manca mio padre, mi mancano mia madre e miei fratelli e spero di tornare di nuovo con la mia famiglia".
Per fortuna padre, madre e fratelli sono vivi e sono tornati nel villaggio in cui furono rapiti, oggi liberato dallo Stato Islamico. 
Alen ha un altro sogno: "Vorrei andare a scuola".
Perché, ovviamente, gli aguzzini dello Stato Islamico l'hanno solo costretta a lavorare ma l'hanno tenuta ben lontana da libri e quaderni. Una violenza nella violenza...

(Globalist)

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